UNHCR: buon compleanno donatore!

UNHCR Italia, l’agenzia dell’ONU per i Rifugiati, ci ha incaricato di sviluppare il concept per la creazione di un regalo digitale dedicato ai donatori regolari nel giorno del loro compleanno.

L’obiettivo principale? Mantenere un contatto attivo con i donatori e dare loro un riconoscimento tangibile per il loro impegno.

Il concept

Fin dal primo brainstorming, abbiamo voluto introdurre un elemento di gamification e di ricompensa per gratificare i donatori e motivarli a continuare le loro donazioni.

Abbiamo quindi sviluppato l’idea di creare dei badge digitali collezionabili.

Ogni anno, il donatore sblocca un nuovo badge che si aggiunge alla sua collezione. Questa collezione testimonia sia gli anni trascorsi insieme a UNHCR, sia i risultati raggiunti grazie all’impegno del donatore.

Ogni badge è infatti caratterizzato dall’anno e da una illustrazione.

L’anno indica da quanto tempo il donatore è attivo.

Le illustrazioni invece, realizzate da La Furia Studio, sono ispirate ai principali item che UNHCR è in grado di fornire ai rifugiati durante le emergenze grazie al contributo dei donatori. Troviamo quindi il latte terapeutico, le lampade solari, le tende, i teli per allestire i campi e molti altri ancora.

I primi tre badge simboleggiano il fornire alimenti, cure mediche e acqua potabile.
I primi tre badge simboleggiano il fornire alimenti, cure mediche e acqua potabile.
I badge per i quattro, i cinque e i sei anni di donazioni. Rappresentano rispettivamente la fornitura di kit per cucinare, le lampade alimentate da energia solare e l'accesso all'istruzione.
I badge per il quarto, quinto e sesto anno di donazioni simboleggiano, rispettivamente, il supporto nell’acquisizione di kit per cucinare, l’apporto di lampade alimentate da energia solare e la promozione dell’accesso all’istruzione.

Landing page

Per rendere il concetto ancora più coinvolgente, abbiamo creato una landing page che si personalizza dinamicamente con il nome del donatore e il numero di anni di donazione.

Ma non solo, questa landing page è un vero e proprio album dei ricordi che di anno in anno si arricchisce con un nuovo badge.

La landing page rappresenta il tuo album personale, un luogo speciale dedicato alla raccolta dei badge e alla conservazione dei preziosi ricordi legati alle tue donazioni. In questo quarto anno di impegno, il tuo contributo continua a fare la differenza, fornendo sostegno alle famiglie di rifugiati attraverso le donazioni all'UNHCR.
La landing page rappresenta il tuo album personale, un luogo speciale dedicato alla raccolta dei badge e alla conservazione dei preziosi ricordi legati alle tue donazioni. In questo quarto anno di impegno, il tuo contributo continua a fare la differenza, fornendo sostegno alle famiglie di rifugiati attraverso le donazioni all’UNHCR.

Approfondimenti

Collaboriamo con UNHCR dal 2017.

Oltre al progetto Buon compleanno donatore, nel 2017 in occasione della Giornata del donatore, abbiamo sviluppato il sito withrefugees.unhcr.it dedicato all’evento (leggi l’articolo sul nostro blog).

Nel 2019 invece abbiamo progettato dona.unhcr.it, il sito che gestisce l’intero sistema di donazioni di UNHCR Italia  (scopri come lo abbiamo progettato).

Semplificare la gestione dei Social Media: scopri i nostri 6 template per il piano editoriale

Chi lavora con i social non può fare a meno del piano editoriale, ma ammettiamolo: impostarlo da zero è una noia ogni volta!

Per farti risparmiare tempo e fatica noi di Noiza ti abbiamo preparato non uno, non due, ma ben sei diversi template per piano editoriale.
Potrai tenerli in formato Google Sheet e duplicarli, scaricarli come PDF oppure usarli anche solo come esempio per costruire i tuoi piani editoriali social.

Le istruzioni ti aiuteranno a capire qual è il modello più adatto alle tue esigenze e come personalizzarlo, anche se non hai molta dimestichezza con le formule o i fogli di calcolo.

Scarica il template gratuito.

Compila il form e ricevi il template direttamente nella tua inbox.

Perché le inserzioni su Meta sono così importanti per la tua azienda

Ok, sei il direttore marketing dell’azienda.
Oppure sei il responsabile del digital marketing.
Insomma sei quella figura che ha affidato a un’agenzia o a un freelance la gestione delle tue campagne.

Ocio alla parola “affidarsi” perché il suo significato è “dare in custodia all’altrui capacità”. Quindi in teoria se l’agenzia è “fidata”, non dovresti preoccuparti di nulla.

Infatti questo mio breve ragionamento ha come unico obiettivo quello di portarti un po’ dietro le quinte dell’universo Meta e darti qualche spunto per provare a migliorare qualità ed efficacia di ciò che viene comunicato della tua azienda all’interno dell’universo Meta.

Cominciamo dalle priorità

In una scala da 1 a 10, l’inserzione ha sempre priorità 10. Più del budget, più del target, più delle ottimizzazioni, più delle attribuzioni.

Ciò che vede l’utente finale è la cosa più importante in assoluto nell’universo Meta.

La questione sembrerebbe anche banale, se non fosse che perdiamo un sacco tempo a interrogarci sulle audience, sul micro-management delle campagne, sulle performance dell’account.

“Meta è inefficiente”

Ok, nella maggior parte dei casi il primo indiziato è l’inserzione.

Ma che cos’è un’inserzione?

L’inserzione è quella cosa dove il tutto è maggiore della somma delle sue parti.

Le sue parti sono 3: il Copy, la Creatività e il formato:

le tre componenti di una inserzione: copy, creatività, formato

Qualche parte è più importante delle altre? No. Contribuiscono ciascuna a realizzare quel tutto, quell’insieme che la persona che sta cazzeggiando sui social vedrà e riconoscerà come un insieme unico, armonico, coerente.

Perché è così importante l’inserzione?

Ti mostro questo esempio:

Questa è una campagna che si chiama Advantage+ ed è la campagna più “ignorante” del mondo Meta.

Ha un solo obiettivo: vendere.
Ha un solo target non modificabile: tutti. Tutti ma proprio tutti nel senso che non puoi scegliere genere, età, interessi, geolocalizzazione.

Pensa un po’, è la campagna più utilizzata da qualsiasi e-commerce che abbia un approccio consapevole con il mondo Meta.

Quindi il peso specifico del target qui è nullo, perché lo sceglie Meta.
L’obiettivo non è modificabile perché lo sceglie Meta.
Tu ti devi occupare solo di una singola cosa: la qualità della tua inserzione. Anzi la qualità DELLE TUE INSERZIONI, perché il segreto di una Advantage+ è dare in pasto all’algoritmo un numero sufficiente di creatività e di stimolazioni differenti.
Così Meta potrà distribuire la giusta creatività al target più adatto.

Ok che la campagna Advantage+ è la più ignorante di tutte e forse anche la più semplice, ma guarda quante inserzioni la stanno trainando in questo momento:

Tiene a mente sempre questo principio di base:

  • target sbagliato ma creatività stimolante → la tua campagna ha serie chance di funzionare lo stesso
  • target corretto ma creatività anonima → saluta pure ogni tua velleità di attenzione da parte del pubblico

Ma come nasce un’inserzione?

Noi usiamo un metodo abbastanza collaudato e che francamente ci ha sempre dato grandi soddisfazioni ovvero andare alla ricerca del punto di equilibrio perfetto tra le tue aspettative, cioè quello che vuoi ottenere da questa inserzione, e il trigger point migliore per realizzare questa aspettativa.

Facciamo un esempio.
Guardate questa inserzione:

Inserzione del cliente Luca Barra per la campagna "Grazie maestra"

Questo è un nostro ormai storico cliente, si chiama Luca Barra.

Qual è l’obiettivo dell’imprenditore, obiettivo che poi viene trasmesso all’agenzia? Ovviamente vendere.
Quindi la mia aspettativa è quella di lavorare su Visualizzazioni della Scheda Prodotti, Carrelli, Vendite, Tasso di Conversione.

Qual è il trigger point, ovvero il punto di attivazione dell’attenzione, che muove questa inserzione?
In questo caso sembra quasi banale, è di sicuro “la stagionalità”.
Cioè entrare nelle stagioni dell’azienda: festa della mamma, festa del papà, black friday, Natale etc.

Ma questa è un po’ più sottile perché lavora sul tempo reale della vita sociale delle persone.
Quindi non ragiono solo sulle stagioni dell’azienda, ma ragiono sulle stagioni delle persone, sul loro tempo reale, su ciò che li stimola in un particolare momento storico.
In questo caso siamo a metà maggio, la scuola sta finendo e il trigger poi è ragionare sul tempo sociale di una nicchia: quello dei genitori che devono fare un regalo alla maestra.

Come direbbe l’ottimo Massimo Giacchino, sta tutto nell’andare a scovare quali siano i micro-indizi, i “microdati” come li chiamerebbe lui, della tua audience di riferimento:

Diagramma dei microdati

Guarda quest’altra inserzione:

Campagna de LaFarmacia per le prenotazioni online dei servizi

L’aspettativa del cliente è chiara: devo promuovere il servizio della prenotazione della visita online. Quindi il mio obiettivo è quello di provare a trasformare le abitudini di un pubblico, dalla prenotazione fisica alla prenotazione direttamente sul portale de La Farmacia.

E qual è il trigger point?
Anche in questo caso si parte da un ragionamento a monte: quali sono le paure del tuo potenziale pubblico?
Forse “paura” non il termine corretto, forse gli americani hanno un termine migliore che è “pain point”.

Qual è il pain point del tuo pubblico? In questo caso è “fare la coda”, uno degli incubi peggiori di sempre in generale, figuriamoci in ambito sanitario-ospedaliero.

E allora, in primis supportiamo l’inserzione con un dato da una fonte autorevole, ovvero l’ISTAT.
E poi rassicuriamo il nostro pubblico nel suo pain point più drammatico: “hey non rinunciare mai a una visita specialistica per colpa di una coda, perché la soluzione è evidente”.

A proposito di Pain Point:

Alpitour e la campagna che propone mete per una vacanza senza il passaporto?

Qui il principio è identico.
Questure intasate, passaporti erogati col contagocce tanto che è evidente che non riusciremo mai ad averlo per la nostra vacanza di quest’anno.

Bene, allora uniamo “pain point” a “tempo sociale delle persone”.
E il risultato è un contenuto dedicato a tutti i luoghi che puoi raggiungere senza passaporto.

Uno dei nostri trigger point preferiti è quello della trasformazione, del prima e del dopo:

Velux: esempio di prima e dopo

Com’era la tua vita prima di conoscere il mio prodotto?
Com’è la tua vita adesso che hai la luce verticale dall’alto.

Back2you: riduzione della cellulite

Com’era il tuo mondo quando indossavi l’intimo del fast fashion e com’è adesso che indossi un tessuto sano, drenante e snellente.

La morale?

Se sei un imprenditore o un responsabile marketing lavora con il tuo fornitore per trovare quel punto di equilibrio perfetto tra la tua aspettativa, cioè cosa vuoi ottenere dalle inserzioni, e i migliori trigger point per raggiungerla.

Ti assicuriamo che ce ne sono tantissimi.
L’importante è ragionare, testare, lavorare a monte su tutti i potenziali attivatori dell’attenzione delle persone sui social.
E ricordatelo sempre: non sono mai su Meta per comprare.

KPI per ecommerce: quali dati è importante monitorare?

Nell’era digitale, gli ecommerce hanno raggiunto una popolarità senza precedenti, offrendo ai consumatori la comodità di acquistare prodotti e servizi online con un semplice clic.

Nel 2024 il 77% degli europei ha acquistato online e, si sa, il giro d’affari cresce anno dopo anno.

Solo in Italia, il 47,1% delle persone effettua acquisti online con cadenza settimanale, percentuale che sale al 62% considerando l’acquisto sia di beni sia di servizi su base annua. E, sempre nel nostro Paese, l’ecommerce B2C si stima valga 38,6 miliardi di Euro.

È quindi diventato fondamentale tracciare e analizzare le KPI corrette, di modo da ottimizzare al meglio sia il sito sia l’attività di digital advertising. In questo articolo vedremo come.

Le KPI fondamentali per valutare le vendite del tuo ecommerce

Un digital advertiser è un media buyer che acquista impressions online, con l’obiettivo di portare gli utenti migliori sull’ecommerce e condurli conseguentemente all’acquisto.

Le metriche più importanti sono quindi sicuramente quelle relative alla vendita, che vengono tracciate tramite i vari marketing Pixel.

Roas (Return on ad spend)

Il Return on Ad Spend è la metrica che permette di valutare il guadagno netto sul totale speso; si calcola dividendo le entrate totali con le spese totali. Questa è la metrica che maggiormente valorizza l’attività di advertising, in quanto mostra il guadagno netto per ogni singolo Euro speso.

La KPI Return on Ad Spend è data dalle entrate totali fratto le spese totali del tuo ecommerce

 

CPA (Costo per singolo acquisto)

Anche il Costo per singolo acquisto è una metrica molto importante da tenere in considerazione, in quanto nella maggior parte dei casi le campagne sui canali principali come Meta e Google ottimizzano per singolo acquisto, piuttosto che per ROAS o Entrate totali.

La KPI CPA è data dalla spesa fratto gli acquisti avvenuti sul tuo ecommerce

 

Costo per aggiunta al carrello (“Add to Cart”)

Questa metrica ci permette di valutare quali campagne portano maggiori utenti fino al penultimo step prima dell’acquisto piuttosto di altre; è una metrica importante perché dà un’immagine della qualità degli utenti che atterrano sul sito a seguito di un click su inserzione, ed è alla base di un’altra metrica importante, il Conversion Rate (un utente di poca qualità come un “browser” seriale potrebbe portare a molte aggiunte al carrello ma pochi acquisti).

La KPI Add to cart è data dalla Spesa fratto le Aggiunte al carrello del tuo ecommerce

 

Costo per visualizzazione scheda prodotto

Questa metriche è utile per valutare in primis l’efficacia delle creatività, in quanto l’arrivo su una scheda prodotto è spesso il primo step di atterraggio dopo il click su una inserzione, quindi dà un’idea di quale sia la creatività più performante nel portare gli utenti a visionare e prendere in considerazione un prodotto.

La KPI Costo per visualizzazione scheda prodotto è data dalla Spesa fratto le Visualizzazioni schede prodotto

 

Conversion Rate

Misurare i vari tassi di conversione relativi ai vari step del processo d’acquisto (come ad esempio: quello da visualizzazione scheda prodotto ad aggiunta al carrello, o da aggiunta al carrello ad acquisto) aiuta a comprendere la capacità del sito di portare gli utenti da uno step a quello successivo in maniera efficace e senza frizione.

Ma non solo, ci aiuta anche a capire la qualità degli utenti che le nostre campagne pubblicitarie stanno portando sul sito: un conversion rate positivo è sintomo di buona qualità degli utenti, in quanto gli utenti più interessati a un prodotto hanno maggiore probabilità di compiere più step nel processo di acquisto e giungere all’acquisto finale.

LA KPI Conversion Rate è data dagli Acquisti fratto le Aggiunte al carrello nel tuo ecommerce

Le KPI fondamentali per valutare la performance delle campagne pubblicitarie

CPM (Costo per mille impressions)

Il Costo per mille impressions è una metrica molto importante in quanto mostra quanto si pagando gli spazi acquistati. Più è ristretta l’audience target, maggiore risulterà il costo d’acquisto delle impressions. È essenziale analizzare l’andamento del CPM, in quanto il più delle volte è una delle cause principali del miglioramento o peggioramento delle performance generali.

Il CPM è dato dalla Spesa fratto le Impression moltiplicate per mille

 

Frequency

Questa metrica, presente solo su Meta, viene calcolata dividendo impressions e utenti unici (reach). Essa mostra quante volte sono state servite impressions allo stesso utente in un arco di tempo stabilito. È importante conoscere e analizzare questa metrica. Specialmente per le campagne di retargeting, dove con una giusta frequency non si corre il rischio di mostrare la stessa creatività troppe volte allo stesso utente o troppo poche.

La frequency è data dalle Impressions fratto gli Utenti unici

 

CPC (Costo per link click) & CTR (Click Through Rate)

Il Costo per link click (spesa/link clicks) e il Click Through Rate (link clicks/impressions) sono metriche utili per valutare la qualità di una creatività pubblicitaria e confrontare le creatività fra di loro. Ma in un contesto di ecommerce, quindi con i dati dei vari marketing Pixel a disposizione, è maggiormente consigliato valutare la creatività con metriche come costo per Landing Page View (dove presente), o come il costo per visualizzazione della scheda prodotto, in quanto molti click possono risultare inconcludenti (cioè senza atterraggio sulla Landing Page o sul sito).

AOV, Conversion Rate, Bounce Rate… quali KPI monitorare sul tuo ecommerce?

Per quanto riguarda le metriche da tenere in considerazione sul sito si possono citare:

AOV (Average Order Value)

L’Average Order Value misura il valore medio di ogni acquisto effettuato sul sito. Si calcola dividendo il totale delle entrate per il numero di transazioni.

Tasso di carrello abbandonato

Il tasso di carrello abbandonato indica quanti utenti hanno aggiunto prodotti al carrello ma non hanno completato l’acquisto. Questa è una metrica cruciale per comprendere eventuali frizioni nel processo di acquisto.

Conversion Rate

Il tasso di conversione è una delle metriche più importanti da misurare per un ecommerce. Questa percentuale indica quanti visitatori del vostro sito web si sono trasformati in clienti effettivi, completando un acquisto. Calcolando il numero di transazioni diviso il numero di visitatori e moltiplicando per 100, si ottiene il tasso di conversione in percentuale. Monitorare questa metrica aiuta a capire se il sito web è in grado di convincere i visitatori a effettuare un acquisto e a identificare eventuali ostacoli al processo di conversione.

Bounce Rate

Questa metrica calcola la percentuale di utenti che abbandonano il sito nei primi 10 secondi senza compiere nessuna azione sul sito. Serve a comprendere se molti utenti sono atterrati sulla Landing Page con un’idea diversa rispetto a quello che il sito offre.

Esistono moltissime altre metriche, in particolare che misurano la qualità delle creatività. Non le abbiamo inserito in questo articolo in quanto sono più adatte a campagne con obiettivi di upper e medium funnel, piuttosto che di pura performance.

Quindi, su quali KPI mi devo concentrare?

Concludendo è importante non focalizzarsi su un’unica metrica per valutare le performance sia delle campagne adv che del sito, di modo da ottenere una più ampia immagine dell’andamento delle campagne, e effettuare così ottimizzazioni con più dati – e quindi più idee! – a disposizione.

Come rivoluzionare la gestione dei contatti attraverso un form condizionale

Diverse aziende, negli anni, ci hanno chiesto di supportarle nell’ottenimento di nuovi contatti (lead) tramite landing page, nonché di qualificare questi lead per consentire una gestione più efficiente dei contatti da parte del team interno. Tra queste, anche Pratic, azienda italiana specializzata nella progettazione e produzione di pergole bioclimatiche.

Nel loro caso, abbiamo quindi deciso di sviluppare, all’interno della landing page, un form che si adattasse alle esigenze specifiche dei potenziali clienti.

Il form condizionale

Il form condizionale ha la caratteristica di adattarsi in tempo reale in base alle risposte e alle scelte effettuate dagli utenti. Se un utente indica interesse per le pergole, ad esempio, il form mostrerà solo domande pertinenti a questo tipo di prodotto, escludendo le tende.

Per facilitare questo processo, abbiamo creato un diagramma di flusso che rappresentava tutte le possibili strade che gli utenti potevano percorrere mentre compilavano il form. Questo ci ha aiutato a pianificare e visualizzare chiaramente le varie possibilità, garantendo un’esperienza utente fluida e intuitiva.

Il diagramma di flusso sintetizza l’intero processo di compilazione del form tenendo insieme in unico documento tutte le possibili diramazioni.

L’implementazione del form condizionale

Una volta sviluppato, il form è stato integrato nella landing page dedicata. Qui, tutte le logiche condizionali, precedentemente pianificate nel diagramma diagramma di flusso, sono state applicate.

Due esempi di logiche applicate al form: se un utente indica interesse per le pergole, il form mostrerà i campi relativi al budget per le pergole e nasconderà quelli relativi alle tende. E viceversa
Il form condizionale all’opera all’interno della landing page.

Dopo aver definito la tipologia di progetto, l’utente viene guidato attraverso domande mirate su preferenze, budget e caratteristiche tecniche desiderate per pergola e chiusure laterali, prima di richiedere i dati anagrafici.

Man mano che il form viene compilato, la richiesta dell'utente diventa sempre più strutturata. Definite le chiusure laterali il form mostra il campo per la compilazione dell'anagrafica, ovvero l'ultimo passaggio.
Man mano che il form viene compilato, la richiesta dell’utente diventa sempre più strutturata. Definite le chiusure laterali il form mostra il campo per la compilazione dell’anagrafica: l’ultimo passaggio.

Zapier: il connettore tra il form e il CRM aziendale

Abbiamo utilizzato Zapier per connettere direttamente l’advanced form al CRM dell’azienda. Questa integrazione ha consentito una gestione più efficiente dei dati dei lead, semplificando il flusso di lavoro interno.

Una strategia di Marketing trasversale e misurata

La strategia di marketing si è concentrata sulla pianificazione e realizzazione di campagne su diverse piattaforme, tra cui Meta, Google Ads, Pinterest e LinkedIn. Per ogni canale, abbiamo creato dei contenuti appropriati in termini di grafica e copy testuali, al fine di massimizzare l’impatto e raggiungere il pubblico di riferimento.

Inoltre, abbiamo implementato un sistema di tracciamento in grado di attribuire correttamente i risultati ai canali appropriati. Questo sistema di attribuzione ha consentito all’azienda di valutare l’efficacia di ciascun canale e di adattare le strategie di marketing in base ai risultati ottenuti.

I risultati e il lead scoring

I risultati di questo progetto sono stati notevoli. La gestione avanzata dei leads ha non solo aumentato il numero dei contatti qualificati, ma ha anche ottimizzato il flusso interno aziendale.

Al form condizionale, infatti, abbiamo abbinato un sistema di lead scoring, dove a ogni risposta è stato attribuito un valore numerico. Grazie a questo sistema, il team di marketing interno è stato in grado di identificare e trasmettere per primi i lead considerati più profittevoli e interessanti alla rete vendita.

Conclusioni

In conclusione, l’implementazione di un advanced form e la lead generation qualitativa hanno permesso, nel caso di Pratic, di ottenere una gestione dei contatti più efficace e mirata. Questo approccio ha consentito di ottimizzare le risorse interne dell’azienda, e di concentrare gli sforzi sulle opportunità più promettenti.

Ulteriori riferimenti

Per scoprire di più su quanto abbiamo fatto per Pratic, potete leggere la case study dedicata, disponibile nella nostra pagina dei progetti.

 

Una tempesta di dischi

Ho una grande passione per gli LP.
E questo, devo dire, ben si sposa con il profondo spirito archivistico che mi caratterizza.

Per fare un esempio, i vinili sulle mensole di casa sono, sì, in ordine alfabetico, ma in primis sono divisi per decadi.
Alcuni mantengono la mente allenata con La Settimana Enigmistica. Alla mia compagna, invece, basta cercare un disco da metter su.

Da qui il mio entusiasmo nello scoprire di dovermi occupare del redesign del sito La Tempesta con il suo catalogo di duecento e passa dischi.

La tempesta

La Tempesta è un’etichetta indipendente che dal 2000 promuove la nuova musica italiana. In vent’anni di attività, gli artisti prodotti sono un centinaio, e tra questi possiamo citare velocemente i più noti: Tre Allegri Ragazzi Morti, The Zen Circus, Le luci della centrale elettrica, M¥SS KETA, Sick Tamburo e molti altri.

Il logo de La Tempesta

In questo articolo ci concentreremo sul design di una pagina tipo: la “pagina disco”, colonna portante dell’intero sito.

La pagina disco

Quando incomincio a lavorare al design della pagina “disco” mi accorgo subito di una cosa: le immagini a mia disposizione sono piccoline, soprattutto se andiamo a guardare dischi vecchi. Sicuramente non possiamo chiedere al cliente di ricaricare in alta definizione tutte le copertine presenti in archivio. Parliamo di centinaia di foto.

Accantono quindi subito l’idea di utilizzare un’immagine buca schermi in apertura.

Seconda cosa: le copertine sono tutte quadrate (e ci mancherebbe altro).

Se per caso non ci avessi già rinunciato prima, ora è chiaro che utilizzare un qualsiasi tipo di immagine fullscreen in testata è impossibile.

Decido allora di dare molto peso al titolo del disco lavorando con una tipografia piuttosto grande. Riesco così a riportare in equilibrio la composizione, momentaneamente affossata dalla copertina.

Però come vedremo nel prossimo paragrafo, è una scelta che si porta dietro delle conseguenze.

La pagina del disco con la foto di copertina affiancata al titolo
Copertina e titolo si spartiscono la scena.

 

Titoli dei dischi: criticità e potenzialità

Lavorare sul web con una tipografia molto grande e con dei testi molto vari è sempre un casino.

La dimensione dei titoli dei dischi infatti deve funzionare sia con testi brevi che con testi lunghi.

Per capirci, la dimensione deve adattarsi alla singola A (titolo dell’ultimo album di Blindur), ma anche a Vita e opinioni di Nello Scarpellini, gentiluomo (degli Zen Circus). Senza dimenticarci di titoli magari anche brevi, ma composti da una parola molto lunga. Le parole lunghe infatti rischiano di essere spezzate su due righe. Per esempio, PHANTASMAGORIA di Black Snake Moan conta ben 14 caratteri.

Le copertine dei dischi di Blindur, Zen Circus e Black Snake Moan
Le Tre copertine analizzate. In ordine: A (di Blindur); Vita e opinioni di Nello Scarpellini, gentiluomo (degli Zen Circus); PHANTASMAGORIA (di Black Snake Moan).

 

Titoli grandi e titoli medi nel backend del sito.

Presto mi rendo conto che scegliere una dimensione univoca del font è molto difficile.

Seleziono quindi due tipologie di titolo (lungo e breve) e a queste abbino due dimensioni di font differenti.

Ora però si tratta di risolvere tecnicamente la questione, ovvero come implementarla nello sviluppo del sito.

Avremmo potuto creare un’automazione: se il titolo è più lungo di tot, allora il font è piccolo. Altrimenti il font è grande. Però in questa casistica non rientrerebbero i titoli corti composti da parole lunghe: PHANTASMAGORIA sarebbe rimasto scritto in grande e avrebbe rotto il design.

Abbiamo quindi deciso di creare un semplice selettore. Quando accedo al backend (il backend è l’interfaccia con la quale si gestiscono i contenuti di un sito) e inserisco un nuovo disco, dovrò selezionare se voglio utilizzare il titolo grande, o più piccolo.

Il selettore all'interno del backend del sito
Nel backend del sito posso selezionare la dimensione del font da utilizzare per il titolo del disco.

 

E questo è il risultato:

Titoli grandi e titoli lunghi
Carrellata di dischi: la grandezza dei titoli varia a seconda della scelta fatta nel backend.

 

Sfondi personalizzati

Risolta la questione copertina + titolo album, decido di aggiungere un ulteriore elemento che caratterizzi l’apertura di ogni singola pagina disco: il colore di sfondo.

Di nuovo rientra in gioco il backend del sito. Oltre al selettore della dimensione dei titoli, implementiamo anche un campo colore di sfondo dove è possibile inserire un codice colore personalizzato.

Nel backend possiamo selezionare il colore da usare come sfondo della pagina del disco
Nel backend possiamo selezionare un colore da usare come sfondo della pagina del disco.

 

Ma possiamo spingerci ancora un po’ più in là. Implementiamo infatti anche la possibilità di selezionare un ulteriore colore. Al posto di una tinta unita, ora siamo in grado di ottenere un gradiente.

Possiamo anche selezionare un secondo colore e ottenere così un gradiente
Selezionando un ulteriore colore otteniamo un gradiente.

 

Possiamo in questa maniera lavorare con un tono su tono, o riprendere le due tinte maggiormente presenti nella copertina, o viceversa lavorare per contrasto. Le possibilità sono illimitate:

Carrellata di dischi: gli sfondi vengono personalizzati scegliendo uno o due colori nel backend.

 

Allo stesso tempo, anche lo sfondo completamente bianco continua a funzionare. E ciò è fondamentale: si presentano infatti così i dischi “vecchi” che non sono ancora stati customizzati con il nuovo sistema.

Il disco Terra di Le luci della centrale elettrica risale al 2017 e non è stato ancora customizzato con il colore di sfondo. Ma questo non è un problema.

 

Mouse over nell’archivio dischi

In più, piccola chicca, tutti questi colori utilizzati negli sfondi diventano un’opportunità per caratterizzare il mouse over (ovvero il passaggio col mouse sopra a un elemento) di ogni singolo disco all’interno dell’archivio. In questo modo ogni elemento del catalogo si “attiva” in un modo unico e originale.

Nel catalogo, al passaggio del mouse, ogni elemento si colora automaticamente con le tinte scelte nella customizzazione della pagina disco.

 

Da grandi poteri derivano grandi responsabilità

Certo, tutte queste opzioni rischiano di creare più danni che altro nelle mani di un editor che non ha familiarità con concetti come RGB e codici esadecimali. O che banalmente non ha mai utilizzato il contagocce per campionare un colore.

Ma in questo caso abbiamo a che fare con un cliente skillato, che da sempre cura in autonomia l’immagine coordinata della casa discografica.

Ecco quindi che questo grado di personalizzazione viene immediatamente recepito dal cliente con entusiasmo. E il processo un po’ tedioso che caratterizza ogni data entry, si trasforma in un’esperienza interattiva che i ragazzi della Tempesta commentano così:

“Comunque figata, mi sto divertendo, è una bomba, mi sa che sarà un tunnel!”

Conclusioni

Se dovessimo trovare una sorta di morale conclusiva, questa potrebbe riassumersi in due punti:

  1. Il contenuto è fondamentale per determinare il design. Per contenuto intendiamo: che immagini dobbiamo utilizzare? Qual è la loro dimensione e la loro ratio? Come è strutturato il testo? Ci sono dei titoli da evidenziare? Quanto lunghi sono? Quanto grandi possono essere?
  2. Conoscere le competenze dell’editor che curerà il sito può essere uno stimolo per integrare nel design degli elementi di personalizzazione. Ne guadagnerà il sito, ne guadagnerà in divertimento l’editor in fase di compilazione.

A caccia di record:
il redesign del portale per l’iscrizione a Musicultura

Mezzanotte. Si chiudono le iscrizioni alla nuova edizione di Musicultura.
Il counter si ferma a 1050.
1050 artisti iscritti.
Viene così frantumato un record storico: fino ad oggi il numero massimo di iscritti si fermava a 810, mai si era superato il muro dei 1000.

Ma come è stato possibile?

Sicuramente la pandemia ha contribuito: ha sostanzialmente eliminato ogni concerto live in presenza. Musicultura nel 2020 è stato uno dei pochissimi a svolgersi con la partecipazioni del pubblico.
È probabile quindi che lo storico concorso sia visto dai musicisti come una delle poche “valvole di sfogo” per il 2021.

Sicuramente la campagna di advertising sui social che abbiamo ideato ha contribuito. Pesantemente.

Ma nel profondo del mio cuore di designer, mi piace pensare che il rifacimento del portale per le iscrizioni abbia avuto un ruolo cruciale.

Ma andiamo con ordine.

Perché Musicultura è Musicultura.

Musicultura è un concorso annuale per cantautori italiani. Il clou dell’evento si concretizza in due serate di concerti nel suggestivo Sferisterio di Macerata.
Siamo arrivati alla 31esima edizione, da tempo immemore Rai Radio1 è media partner e da alcuni anni il festival viene trasmesso sui canali Rai nazionali.

Possiamo quindi tranquillamente dire che per la musica italiana Musicultura è secondo solo a Sanremo.

Lo Sferisterio di Macerata ospita il palco di Musicultura (foto del 2019)
Lo Sferisterio di Macerata ospita il palco di Musicultura (foto del 2019)

Un paio di anni fa, noi di Noiza ci siamo occupati del redesign del sito principale. Lo potete vedere live qui, oppure potete approfondire ogni suo aspetto immergendovi nella lettura della relativa case study.

Tuttavia il portale dedicato alle iscrizioni al concorso – una sorta di web app separata e autonoma rispetto al sito principale – era stato escluso da questo rifacimento.

Il nuovo portale per le iscrizioni a Musicultura.

Fine 2020: cominciamo a mettere mano al portale per ricostruirlo da zero. Ora, senza analizzare nel dettaglio il vecchio design, ecco una serie di piccole cose interessanti che abbiamo implementato nel nuovo progetto. Via.

#1. Studiare i flussi.

Il portale è strutturato su una ventina di pagine. Non sono molte, ma sono tutte concatenate tra loro. Mi iscrivo al portale, poi posso iscrivermi al concorso. Posso però anche accedere al portale e iscrivermi al concorso in un secondo momento. Oppure posso controllare lo stato della mia iscrizione. O ancora tornare alla compilazione della mia iscrizione per modificarla. Per non parlare degli artisti affezionati che si sono fatti parecchie edizioni e ogni tanto si loggano per ammirare il proprio storico.

Ok, sono cose molto semplici, ma a metterle tutte insieme si rischia di fare un po’ di confusione. Ecco perché per prima cosa abbiamo studiato per bene tutti i flussi che gli utenti percorreranno. Tutto deve essere raggiungibile. Al momento opportuno.

flussi
Questa schermata del mio spazio di lavoro su Adobe Xd riassume tutte le connessioni tra le varie pagine del portale. Nella parte alta troviamo il processo di iscrizione. Nella parte bassa le pagine dedicate all’account personale. In questa sezione abbiamo anche la possibilità di modificare alcune sezioni dell’iscrizione e visualizzare il nostro storico.

#2. Un passo alla volta.

Sono un super fan dei giochi da tavolo. Adoro quelli complessi. Odio quelli complicati.
Una cosa complessa è composta da tanti elementi molto semplici, che si combinano tra loro generando qualcosa di nuovo e spesso di inaspettato. Complicato invece è sinonimo di macchinoso, privo di logica.

L’iscrizione a Musicultura rimarrà sempre una cosa leggermente complessa. Perché ci sono un sacco di campi da compilare, brani da caricare, inserire i testi e le fatture in pdf. Quello che però non vogliamo è che diventi complicata. È per questo che abbiamo spezzettato tutte le richieste del portale in diverse schermate. In questo modo ci ritroviamo sempre ad affrontare e compilare una piccola e breve parte.

In gergo, abbiamo utilizzato degli “stepper”, che oltre a ridurre lo sforzo cognitivo degli utenti, permettono di tenere facilmente traccia del progresso — sono allo step 3 su un totale di 5. Dai che manca poco!

Grazie allo stepper possiamo suddividere in diversi moduli il processo d'iscrizione.
Grazie allo stepper riusciamo a suddividere in diversi moduli il processo d’iscrizione. In questa schermata possiamo ad esempio caricare il file della ricevuta di pagamento e procedere. Abbiamo però anche la possibilità di fare click su “Torna indietro” e di finire così sullo step precedente “Profilo artista”. Qui possiamo sempre rimettere mano ai dati inseriti.

#3. Wording.

Un po’ me ne vergogno, ma ogni volta che devo accedere a un qualsiasi sito ho sempre un momento di buffering sul “sign in, sign up”. Che per mio conto stanno al web come “tirare e spingere” stanno ai cartelli delle porte: mi incasinano.

Comunque dopo un microsecondo di sforzo mentale clicco su sign in e accedo al mio account.

Ma come comportarsi con l’iscrizione a un sito in cui ci si iscrive a un concorso?

Quando atterro per la prima volta sulla homepage e leggo iscriviti, mi sto iscrivendo al portale o mi sto iscrivendo al concorso?

È un dubbio che ci siamo posti e che abbiamo cercato di risolvere ponendo la giusta attenzione alla nomenclatura.

Così l’iscriviti (al portale, il sign up per intenderci) è diventato Crea il tuo account. Accedi è rimasto accedi. E l’iscriviti (a Musicultura) è diventato “iscriviti al concorso”.

Le Voci di menu e i tasti sono un po’ più lunghi del solito, ma sicuramente creano meno confusione all’utente.

Crea un account
Questa è la schermata iniziale. Il focus della call to action “Crea il tuo account” è posto sulla registrazione al portale. In basso, troviamo un link secondario che invita gli utenti già registrati ad accedere all’area personale.
Iscriviti al concorso
Questa invece è la schermata che vediamo una volta che ci siamo registrati al portale. Il focus della call to action in questo caso è completamente incentrato sull’iscrizione al concorso.

#4. Recap iniziale.

Vi dovete iscrivere a un sito. I campi da compilare sono infiniti. Avete quasi terminato, quando a un certo punto vi viene richiesta la scansione della vostra carta d’identità, fronte retro in un’unica immagine, solo jpeg, minore di 400kB. E non ce l’avete. Certo che non ce l’avete. Svelti svelti prendete il telefono. Fate le foto fronteretro. Ve le auto-mandate sulla mail così le scaricate sul computer. I più fortunati aprono photoshop, gli altri Paint. Salvate. Tornate sul form e la sessione è scaduta e dovete ricominciare da capo.

Ecco, questa cosa la volevamo veramente evitare sul portale di Musicultura. Per questo motivo abbiamo previsto una schermata iniziale. Questa riassume le cose che dobbiamo assicurarci di avere prima di iniziare il processo di iscrizione.

Recap iniziale
Il recap iniziale ci indica tutte le cose da avere a portata di mano prima di iniziare il processo di iscrizione. Ci informa, inoltre, che l’iscrizione prenderà circa 5 minuti.

#5. Recap finale.

Tipico degli Ecommerce, il recap finale mostra in un’unica schermata molto concisa, i dati principali che avete inserito/selezionato durante il processo di acquisto, o in questo caso d’iscrizione. Il recap finale è una piccola zona di comfort che ci rassicura prima di pigiare sull’ultimo tasto: conferma l’iscrizione.

Recap finale
In questa schermata finale troviamo tutti i dati principali riassunti: anagrafica, ricevuta del pagamento, scheda artista e i brani caricati. Un avviso ci avverte che i dati relativi ai brani non saranno più modificabili: è un utile alert prima di fare un ultimo click sul tasto “Conferma l’iscrizione”.

Conclusioni.

Musicultura 2021 è ora in una fase cruciale del concorso: dei 1050 iscritti di cui abbiamo parlato a inizio articolo, ora sono rimasti solo 16 finalisti. Allo Sferisterio di Macerata arriveranno solo in 8: 6 li sceglierà il Comitato di Garanzia, 2 li potete scegliere voi, esprimendo il vostro voto a partire da venerdì 14 maggio attraverso una Facebook App realizzata da Noiza.
Potete seguirne gli sviluppi sul sito o sulla pagina facebook.

Se invece siete dei cantautori e volete mettervi in gioco, a fine estate riapriranno le iscrizioni per l’edizione del 2022. Qui trovate il portale.
In bocca al lupo.

iOS 14.5 vs Facebook: cosa sta succedendo?

Apple annuncia: con il rilascio di iOS 14.5 i nostri utenti non verranno più tracciati. Più o meno.

Ed è il panico tra gli advertiser.

Chi pensa perderà tutti i clienti, chi prepara dei fiori da portare sulle tombe delle finestre di conversione a 28 giorni, chi teme non sarà più in grado di capire cosa vendere e a chi.
Ma cosa porterà davvero questo apocalittico aggiornamento di iOS? Il cambiamento sarà ineluttabile? Probabilmente sì. Ma andiamo con ordine.

I cambiamenti dell’aggiornamento iOS 14.5

Con l’ultima versione del proprio sistema operativo, nei dispositivi Apple apparirà una schermata come questa ogni volta che useranno un’app che prevede dei tracciamenti:

Il famigerato pop-up presente in iOS 14.5 che richiede il permesso per tracciare i dati degli utenti
Il famigerato pop-up che richiede il permesso per tracciare i dati degli utenti

In pratica un pop-up chiederà alle persone se vogliono che i loro dati vengano raccolti e utilizzati dall’applicazione in questione per inviare pubblicità personalizzate alle persone stesse. Se queste sceglieranno di dare il permesso (faranno il cosiddetto opt-in), allora i loro dati verranno trattati come sempre. Se decideranno invece per l’opt-out, ecco che scatta la “censura”: le informazioni che l’app riceverà su di loro saranno dilazionate nel tempo e soprattutto molto meno precise. Quindi dati peggiori, più scarsi e meno “maneggiabili” dagli advertiser per le loro campagne.

Le conseguenze per Facebook

Per cercare di gestire il problema, Facebook applicherà due principali cambiamenti:

  • La rimozione dell’attribuzione a 28 giorni
  • Il limite degli eventi di conversione

La rimozione dell’attribuzione a 28 giorni

Il primo caso riguarda il periodo di tempo entro il quale noi vediamo i risultati ottenuti dalle nostre inserzioni. Facebook divide queste “finestre di attribuzione” in 3 fasce: 1 giorno, 7 giorni e 28 giorni.

Prendiamo per esempio un’attribuzione a 7 giorni: con questa impostazione se una persona clicca sul link di un nostro post ed entro 7 giorni decide di comprare il nostro prodotto, Facebook attribuirà l’acquisto alla nostra inserzione.

E ancora, con una finestra di attribuzione di 28 giorni, tutte le azioni avvenute entro 28 giorni dal click o dalla visualizzazione della nostra inserzione verranno registrate come generate dall’inserzione stessa. Questo è molto utile per tutti coloro che vendono prodotti con un customer journey lungo, i cui clienti hanno bisogno di pensarci bene prima di fare l’acquisto.

Purtroppo quest’ultima finestra di attribuzione sarà quella che verrà rimossa e quindi saremo in grado di visualizzare solo le azioni che le nostre inserzioni produrranno entro massimo 7 giorni. Attenzione: ne perderemo “solo” il tracciamento ma le conversioni (cioè le vendite) rimarranno tali!

Il limite degli eventi di conversione

Il secondo cambiamento invece riguarda le azioni che Facebook (o meglio, il suo pixel) rileva sul nostro sito. Se adesso possiamo tracciare praticamente qualsiasi azione del visitatore (se ha visualizzato una certa pagina, se ha fatto un acquisto, se ha compilato un modulo…), dopo il rilascio dell’aggiornamento il limite massimo sarà di 8 azioni. Con delle eccezioni peraltro: alcuni eventi occuperanno più “spazio” di altri, e in più gli 8 “slot” a disposizione vanno intesi per dominio. Perciò chi possiede più versioni di un sito ma caricate sullo stesso dominio dovrà restringere ancora di più la propria scelta di eventi da tracciare, e di conseguenza le opzioni per le quali è possibile ottimizzare le campagne di advertising.

Per entrambe le casistiche quindi rientriamo in ciò che dicevamo prima: meno dati, e meno precisi.

Il destino dell’advertising

Prima di indossare l’abito nero è bene riflettere un po’: è vero che questi cambiamenti intaccheranno i dati, ma questo sarà limitato esclusivamente agli utenti con iOS 14.5 che decideranno di impedirci di tracciarli.

È vero anche però che questo potrebbe essere l’inizio di un futuro con sempre meno tracciamenti e sempre meno dati. Che fare quindi?

Interventi tecnici: sistemiamoci adesso perché altrimenti potremmo pentircene

Innanzitutto ad oggi è bene prepararsi all’impatto cambiando le impostazioni di siti ed eventi perché rientrino nei nuovi parametri richiesti da Facebook: in questo modo le campagne non verranno interrotte e gli eventi più importanti continueranno ad essere tracciati. Le modifiche da fare sono di natura tecnica, quindi se non si ha praticità con il Business Manager di Facebook è bene farsi aiutare dai propri advertiser di riferimento (come noi, tanto per fare un esempio).

È importantissimo che le impostazioni vengano sistemate adesso che la situazione è ancora in stallo, perché qualsiasi modifica effettuata dopo il rilascio dell’aggiornamento Apple rischierebbe di bloccare le vostre campagne.

Assicuriamoci quindi di aver completato:

  • La verifica del nostro dominio su Facebook
  • L’impostazione degli 8 eventi
  • La definizione della gerarchia degli 8 eventi (in caso di utente opt-out, quale evento è più importante che venga tracciato?)

Interventi strategici: chiusa una porta, se ne apre un’altra!

Dovremo poi sperimentare, testare, imparare; creare nuove strategie e nuovi contenuti, rafforzare i legami con il nostro pubblico e raggiungerlo qualora dovesse “sparire” dai nostri sistemi di tracciamento. Nonostante i dati siano ora il metodo più efficace per avvicinarsi agli utenti, non sono certo l’unico!

Rafforzare la newsletter è per esempio un modo efficace per raggiungere i clienti, tenerli aggiornati e “ripescarli” per creare pubblici simili o campagne di conversione.

I contenuti sono inoltre la punta di diamante di ogni azienda presente sui social: un piano editoriale accurato, contenuti originali e attenzione verso la community creano interesse e fedeltà verso il brand che possono andare oltre la targetizzazione con i dati.

Guardando all’orizzonte

In conclusione i canali come Facebook e Instagram potrebbero, forse paradossalmente, diventare sempre più importanti. Ottimizzare le campagne grazie ai pubblici ottenuti dalle interazioni, dai follower o dalle visualizzazioni video permetterebbe di saltare a piè pari i problemi di pixel, eventi e tracciamenti. L’aggiornamento ad iOS 14.5 ci farà perdere dati provenienti da fonti esterne a Facebook (come i siti web), e la loro mancanza dove può riportarci… se non di nuovo da Facebook?

L’advertising è un mare in burrasca in continuo cambiamento, dove l’ago della bussola cambia sempre direzione. Ma Noiza è sempre qui per aiutarvi a navigare e accompagnarvi … verso l’ineluttabile, e oltre!

 

Facebook Preferred Marketing Partner: Noiza entra a far parte della community

Ottobre porta con sé i primi freddi. Ma non solo, quest’anno porta con sé anche importanti novità per quanto riguarda Noiza. Da qualche giorno, infatti, siamo entrati a far parte della community dei Preferred Marketing Partner di Facebook (eccoci qua).

Chi Sono i Facebook Preferred Marketing Partner?

È una comunità che raggruppa a livello mondiale i migliori specialisti che possono mettere a disposizione delle aziende e dei clienti svariate competenze utili a sviluppare strategie di marketing su Facebook. Tutti i membri di questa community sono agenzie che rispettano i più elevati standard sia di performance sia di servizi a disposizione dei propri clienti. Solo i migliori nel proprio campo possono riuscire a raggiungere il badge di Facebook Marketing Partner.

Il badge di facebook marketing partner

Quali sono i vantaggi per i membri della community dei Facebook Preferred Marketing Partner?

L’entrare a far parte della community dei Facebook Preferred Marketing Partner permette l’accesso a tutta una serie di vantaggi esclusivi per l’agenzia. Tra questi troviamo per esempio:

  • visibilità: l’inserimento nella lista dei partner di Facebook aumenta la possibilità di essere trovati da potenziali clienti;
  • credibilità: possedere il badge di Facebook Marketing Partner certifica il fatto di essere un’azienda affidabile;
  • utilizzo di strumenti per migliorare le prestazioni e la raccolta di dati;
  • accesso a risorse esclusive e best practice aggiornate;
  • corsi di formazione: possibilità di migliorare le proprie conoscenze attraverso formazioni avanzate;
  • assistenza: possibilità di accedere ad un servizio di assistenza supplementare;
  • eventi esclusivi: possibilità di prendere parte ad eventi e fiere riservati ai partner.

Cosa ci guadagnano i nostri clienti e chi vuole lavorare con noi?

Essere nella community dei Preferred Facebook Marketing Partner non porterà un vantaggio solo per la nostra agenzia, ma anche per tutti i nostri clienti, che vedranno soddisfatte al meglio le loro aspettative e necessità. Come?

  • Grazie a un team maggiormente formato: l’accesso a corsi di formazione individuale effettuati direttamente da Facebook ci permetterà di conoscere al meglio eventuali nuove funzionalità e prodotti;
  • Grazie a un canale di assistenza privilegiato: in caso di problemi potremo rivolgerci al team di supporto di Facebook con priorità rispetto a chi non possiede il badge;
  • Grazie alla conoscenza in anticipo di aggiornamenti e funzionalità: attraverso eventi esclusivi di Facebook conosceremo in anticipo tutte le novità che potranno essere poi messe a disposizione del cliente.

Facebook shops: l’ecommerce gratuito per Facebook e Instagram

Da molto tempo aspettavamo un segnale da parte di Facebook per inserirsi definitivamente nel mondo e-commerce, dominato a oggi da giganti come Amazon, Ebay e Alibaba.

Anche a causa dell’arrivo del Covid-19 e il conseguente forte aumento delle vendite online, Mark Zuckerberg ha finalmente fatto la sua mossa e annunciato il lancio dei Facebook Shops.

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Scopri come sono cambiati i comportamenti dei consumatori online e la pubblicità sui social durante l’epidemia di Covid-19.

Facebook Shops è una vetrina di prodotti all’interno delle Pagine Facebook o Instagram di un’impresa. E in questa vetrina l’utente potrà visualizzare i prodotti con immagini, descrizioni e prezzi.

Dai Facebook Shops sarà inoltre finalmente possibile acquistare direttamente. Senza il bisogno di uscire da Facebook o Instagram; inizialmente solo il checkout avverrà sul sito esterno dell’azienda. Ma in futuro (qui Mark Zuckerberg non ci ha ancora fornito date precise) anche questo passaggio verrà eliminato: il check-out avverà direttamente sullo Shop di Facebook.

Le caratteristiche di Facebook Shops: gratuito, con checkout diretto, e pensato per le piccole imprese.

Mark ha dichiarato che Facebook Shops è stato ideato principalmente per aiutare le piccole imprese che non hanno mai posseduto un e-commerce, e che hanno quindi visto precipitare le entrate negli ultimi mesi.

Facebook Shops inoltre sarà gratuito, diversamente da Amazon, Shopify e servizi simili. Si punta poi al checkout diretto, cioè all’acquisto effettuato senza dover prima inserire i dati della carta (che potranno venire precedentemente memorizzati).

Al momento stanno testando i Facebook Shops su un numero limitato di azienda in USA, ma da Settembre saranno disponibili in Italia per tutti.

Un esempio di Facebook shops già attivo in USA
Un esempio di Facebook shops già attivo in USA.

Come funzionerà Facebook Shops per le aziende

La creazione dello shop online per le aziende sarà semplice e l’accesso potrà avvenire direttamente da Facebook, Instagram e (in un momento successivo) Whatsapp.

Basta scegliere un’immagine di copertina, dei colori (preferibilmente i colori del proprio brand) e selezionare i prodotti precedentemente inseriti nel Catalogo di Facebook. Questi prodotti verranno associati al Facebook Shops. Si potranno creare fino a 20 collection differenti, con da 6 a 30 prodotti ciascuna, a seconda delle esigenze dell’e-commerce. Per esempio, per un’azienda di abbigliamento, avremo una collection donna, una collection per l’uomo, una collection per bambino, etc.

Si potranno quindi sfogliare i cataloghi con i vari prodotti acquistabili e procedere direttamente al checkout all’interno di essi. Il tutto senza dover finire su un sito esterno.

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Qui link per il setting secondo la guida di Facebook.

Come funzionerà Facebook Shops per gli utenti

Per accedere allo Shop di Facebook basterà andare sulla Pagina Facebook o Instagram dell’azienda e cliccare sul tasto “Visualizza Shop”.

Per accede allo store basterà fare click sul tasto azzurro "visualizza shop" presente sulla pagina Facebook o Instagram dell'azienda
Per accede allo store basterà fare click sul tasto azzurro “visualizza shop” presente sulla pagina Facebook o Instagram dell’azienda

Inoltre è stato annunciato che anche durante le dirette Facebook e Instagram sarà possibile taggare un prodotto che apparirà nella sezione inferiore dello schermo. Cliccandoci sopra poi sarà possibile accedere direttamente accedere allo Shop.

Durante le dirette Facebook e Instagram sarà possibile taggare un prodotto. Cliccandoci sopra si potrà accedere direttamente allo Shop.

Mark Zuckerberg ha inoltre capito come rendere l’esperienza dei Facebook Shops molto simile a un’esperienza di acquisto in un negozio fisico: si potranno infatti chiedere informazioni su prodotto, spedizione, ecc. tramite Whatsapp o Messenger e una persona fisica risponderà direttamente al messaggio.

Cosa cambierà invece per gli advertiser?

Per quanto riguarda il nostro lavoro di advertiser, non è ancora chiaro come funzionerà il sistema di annunci sponsorizzati che possono portare direttamente allo shop, ma per quanto riguarda il tracking le metriche sono già state definite: qui il link al glossario.

Quindi si potranno creare delle custom audience specifiche da utilizzare per targetizzare gli utenti che hanno interagito con Facebook Shops e ottimizzarle di conseguenza.

È già stato annunciato che i cataloghi agiranno dinamicamente. Ovvero, verranno mostrati per primi i prodotti più inerenti alle caratteristiche dell’utente a seconda della sua storia online; quindi ci aspettiamo ulteriori novità per poter lavorare al meglio con i Facebook Shops.

Conclusioni

In conclusione questo potrebbe essere un momento cruciale nella storia dell’e-commerce. I social potranno veramente aiutare le piccole imprese che attualmente sono “costrette” a rivolgersi ad Amazon/Ebay e pagare percentuali e/o commissioni sulle vendite.

Da Settembre avremo maggiori dettagli: non vediamo l’ora!