Quali sono i temi caldi degli eventi di digital marketing in Italia oggi?

In queste prime due settimane di dicembre alcuni membri del nostro team hanno partecipato al Digital Strategy di Torino e al Social Media Strategies di Bologna, due appuntamenti in cui hanno partecipato numerosi professionisti del settore.

Ma quali sono stati i temi caldi trattati dagli ospiti? In questo articolo ti faremo un riassunto degli argomenti che — secondo noi — hanno un peso rilevante per il nostro lavoro quotidiano di advertiser.

Intelligenza artificiale

In generale, a fare da padrona a questi eventi è stata senza dubbio l’Intelligenza Artificiale: dall’analisi dei dati alla creazione di testi e immagini, l’IA ha ormai travolto ogni campo dell’advertising – e del marketing in generale – come un’onda che dobbiamo imparare a controllare.

Il cuore - anzi, il cervello - dello speech di Jacopo Matteuzzi (contenuto per l'evento Digital Strategy di Torino)
Il cuore – anzi, il cervello – dello speech di Jacopo Matteuzzi (contenuto per l’evento Digital Strategy di Torino)

Jacopo Matteuzzi, per esempio, ha aperto i lavori del Digital Strategy riflettendo sul ruolo dell’AI come supporto per ottimizzare le attività operative, rimarcando come in futuro sarà sempre più fondamentale il ruolo della strategia.

IA e advertising

Moltissime piattaforme hanno adottato ormai da diverso tempo le campagne algoritmiche (Advantage+, Performance Max, Smart+ etc) che fanno massiccio affidamento sul machine learning per identificare il nostro target e distribuire i nostri contenuti nel modo più efficace possibile.

A Bologna, Desireé Bonaldo ha sottolineato come l’IA sia uno strumento potentissimo per organizzare, analizzare e rielaborare i dati, soprattutto in caso di nuovi clienti.

La chiave sta nella qualità dei dati che inseriamo come fonte: se è ottima, saranno ottimi anche gli output. Massima attenzione allora a tracciamenti, advanced matching tra sito e piattaforme, liste clienti e sistemi per l’organizzazione dei dati come Looker Studio.

Desireé ci ha ricordato inoltre che l’IA è molto utile anche per trovare e testare tante piccole variabili da inserire nei nostri testi e nelle nostre grafiche, in modo da avere a disposizione molteplici versioni dei nostri contenuti che possano adattarsi ai vari cluster di target che vogliamo raggiungere.

Dello stesso avviso era anche Francesca Bernini, che si è invece soffermata sulle possibilità – ma anche sui rischi – delle campagne AI driven.

Non è detto infatti che siano sempre la soluzione giusta per noi. Se per esempio vogliamo raggiungere un pubblico molto specifico, oppure vogliamo controllare la frequenza dei nostri annunci, allora sarà meglio virare le nostre scelte verso campagne di conversione “vecchio stile”.

Non è detto che le performance delle campagne AI driven siano sempre migliori di quelle “normali” (dall'intervento di Silvia Filippi per Social Media Strategies di Bologna)
Non è detto che le performance delle campagne AI driven siano sempre migliori di quelle “normali” (dall’intervento di Silvia Filippi per Social Media Strategies di Bologna)

Francesca ha inoltre fatto notare come Andromeda, la nuova IA di Meta, tende a spingere le creatività generate con l’IA anche quando queste sono in realtà degli orrori. Negli esempi che ci ha mostrato l’IA storpiava addirittura il nome e il logo del brand – e noi non lo vogliamo! È importantissimo quindi mantenere sempre un certo margine di controllo.

A Torino, invece, il tema è stato ripreso anche da Flavio Mazzanti, che ha esplorato il concetto di messy middle, evidenziando come le decisioni degli utenti siano sempre meno lineari e richiedono soluzioni che rispondano ai problemi reali, in modo tale da comprendere — nel miglior modo possibile con la realtà dei fatti — il customer journey dei consumatori.

Social Strategy & contest online

Un tema che di certo non poteva mancare all’evento di Bologna. Nel suo intervento, Marco Rossi ha mostrato come i concorsi online rappresentino un potente strumento di Social Media Strategy, ma che per avere successo sia fondamentale partire da una solida pianificazione strategica. Prima di scegliere strumenti e piattaforme, è essenziale definire con il cliente gli obiettivi del contest, adottando un approccio design thinking per creare soluzioni funzionali e personalizzate.

Un contest efficace deve essere coerente con la content strategy del brand e rispondere alla value proposition dei social media, favorendo interazioni, dialoghi tra utenti e connessioni autentiche. In questo modo, non solo si aumenta la brand awareness, ma si rafforza anche il senso di appartenenza al marchio, premiando la fedeltà dei clienti e generando fiducia.

La progettazione di un concorso online inizia con la definizione degli obiettivi: dal miglioramento della visibilità del brand alla fidelizzazione dei clienti. È altrettanto importante conoscere a fondo il proprio pubblico, analizzando i suoi comportamenti sui social per alcuni mesi, così da creare iniziative mirate e coinvolgenti. La pianificazione deve includere un budget ben definito, che consideri sia i costi del progetto sia le spese per la promozione sui media.

Anche il premio scelto gioca un ruolo fondamentale, ovviamente: deve essere rilevante e desiderabile, in quanto elemento chiave per attirare partecipanti. Infine, è indispensabile misurare i risultati attraverso KPI ben definiti, come l’aumento dell’engagement, dei follower o delle iscrizioni alla newsletter.

Tra le tipologie di concorsi più efficaci ci sono:

  • i freebie, che prevedono piccoli omaggi in cambio di azioni semplici come seguire una pagina;
  • i giveaway, che richiedono azioni più specifiche, come l’iscrizione a un form, offrendo un premio esclusivo al vincitore;
  • e i più nuovi winaway, intesa come evoluzione del giveaway, che migliora l’esperienza utente attraverso chatbot e interazioni personalizzate via DM.

Per il successo di un contest è fondamentale creare contenuti autentici, irresistibili e allineati alla strategia aziendale, al fine di non solo migliorare l’engagement, ma anche contribuire alla costruzione di relazioni durature con il pubblico, generando valore sia per il brand sia per i partecipanti.

Content creation e branding

Il segreto di Matteo Bortolotti è creare personaggi memorabili (contenuto per l'evento Digital Strategy di Torino)
Il segreto di Matteo Bortolotti è creare personaggi memorabili (contenuto per l’evento Digital Strategy di Torino)

In un modo digitale sempre più automatizzato e guidato dall’intelligenza artificiale, un’attenzione particolare va data al potere dello storytelling, come spiegato da Matteo Bortolotti, che al Digital Strategy ha dato i suoi suggerimenti per creare narrazioni autentiche e coinvolgenti, che siano capaci di connettersi emotivamente con il pubblico attraverso una comunicazione transmediale. In particolare, ha suggerito di trasformare i prodotti in personaggi memorabili e autentici, raccontandoli attraverso narrazioni coerenti, affidabili e coinvolgenti.

Questo percorso narrativo può includere colpi di scena e suspense per sorprendere il pubblico, mantenendo sempre un filo logico riconoscibile. Le storie possono essere distribuite su diversi media, garantendo però una coerenza narrativa che rafforzi l’identità del brand.

Un altro elemento cruciale è l’interazione empatica, da costruire ascoltando i feedback e le preferenze del pubblico, senza mai perdere di vista la propria autenticità.

Inoltre, si è sottolineata l’importanza di mostrare il lato umano del brand: pur sfruttando le potenzialità dell’intelligenza artificiale, è fondamentale che sia il controllo umano a definire la strategia e a indirizzare l’AI nel modo più efficace.

Elisa Contessotto, invece, durante il suo intervento ha evidenziato strategie pratiche per un content marketing efficace. Tra i suggerimenti più rilevanti, ha sottolineato l’uso delle keyword correlate, delle domande “People also asked” di Google e dei suggest su YouTube per scoprire nuovi spunti e angolazioni per i contenuti.

Un aspetto cruciale del suo discorso è stato il focus sull’empatia come chiave per connettersi con il pubblico, anche attraverso l’utilizzo della — già ampiamente citata — intelligenza artificiale. Questa tecnologia, oltre a supportare la ricerca di argomenti, può essere impiegata per individuare il tone of voice più adatto a raccontare l’identità di un brand, creando così una comunicazione autentica e coinvolgente. Diventa quindi importante arricchire la propria cassetta degli attrezzi digitali testando più tool possibili, restando però coerenti con la propria strategia e imparando a scegliere gli argomenti utili.

Un esempio di strategia con più strumenti AI (contenuto di Elisa Contessotto per l'evento Digital Strategy di Torino)
Un esempio di strategia con più strumenti AI (contenuto di Elisa Contessotto per l’evento Digital Strategy di Torino)

Nel corso del panel “Blog, TikTok e Telegram”, Mattia Cantoni, Lucia Guerra e Flavius Florin Harabor hanno fatto emergere l’importanza di combinare i contenuti originali e — allo stesso tempo — le peculiarità di ciascuna piattaforma per ottimizzare i risultati. In particolare è stato messo in evidenza come:

  • TikTok svolga un ruolo sempre più orientato all’autenticità e all’intrattenimento;
  • Telegram sia una piattaforma altamente versatile per intraprendere strategie di comunicazione mirate (in particolare, con l’aiuto di strumenti di marketing automation);
  • i blog siano dei mezzi molto potenti per dare valore ai contenuti digitali.

Brand advertising

Soprattutto per le attività di advertising finalizzate alla vendita, è necessario creare l’atmosfera giusta: ce lo ha ricordato Alessandro Frangioni al Social Media Strategies, secondo cui per scalare il sistema è necessario spostare il focus dal prodotto. Sembrerà banale ma a volte ci dimentichiamo del destinatario del nostro messaggio e trascuriamo la strategia vera e propria, perché siamo troppo ossessionati dalle conversioni: è fondamentale adattare la creatività al pubblico a cui ci rivolgiamo, andando ad analizzare le nicchie e i loro bisogni e fissando un elemento di ancoraggio all’interno dei visual che attragga prima — in una fase di prospecting — l’utente al prodotto (o servizio) e, poi, lo porti all’acquisto. Dobbiamo sensibilizzare la nostra audience.

Un esempio portato da Alessandro è quello del brand Sarfiatti, suo cliente: un prima e dopo in cui è evidente l’importanza della creazione dell’atmosfera giusta attraverso gli asset creativi (non solo le immagini, anche il testo), declinandoli per le singole buyer personas.

Asset base della lampada Siena by Sarfiatti, in cui il focus è sul mero prodotto (contenuto di Alessandro Frangioni per l'evento Social Media Strategies di Bologna)
Asset base della lampada Siena by Sarfiatti, in cui il focus è sul mero prodotto (contenuto di Alessandro Frangioni per l’evento Social Media Strategies di Bologna)
Asset creativi della stessa lampada, ma in cui si cerca di creare un'emozione attorno al prodotto (contenuto di Alessandro Frangioni per l'evento Social Media Strategies di Bologna)
Asset creativi della stessa lampada, ma in cui si cerca di creare un’emozione attorno al prodotto (contenuto di Alessandro Frangioni per l’evento Social Media Strategies di Bologna)

Attraverso poi una solida stratificazione delle campagne, una diversificazione delle strategie e degli obiettivi e un’ottimizzazione di tutti i touchpoint del customer journey (migliorando la presenza digitale dei vari canali e integrando le informazioni presenti in essi) è possibile consolidare la riconoscibilità del marchio e portare a conversioni “organiche”, non per forza sostenute dall’advertising.

SEO & LinkedIn

Cosa dire poi del social media BTB per eccellenza, LinkedIn?

Gli elementi da poter ottimizzare su LinkedIn per migliorare la SEO (contenuto di Laura Copelli per l'evento Social Media Strategies di Bologna)
Gli elementi da poter ottimizzare su LinkedIn per migliorare la SEO (contenuto di Laura Copelli per l’evento Social Media Strategies di Bologna)

Laura Copelli, SEO Specialist che ama definirsi “la paladina dei copywriter”, ci ha fatto capire l’importanza della connessione tra SEO e LinkedIn, e quanto quest’ultimo sia un amplificatore del posizionamento online.

I commenti di Linkedin, così come molti altri contenuti del Profilo Personale e della Pagina Aziendale, si posizionano infatti su Google. Presta attenzione quindi quando scriverai il tuo prossimo post, commento o articolo sulla piattaforma!

Conclusioni

Gli eventi di Torino e Bologna ci hanno lasciato una consapevolezza chiara: l’intelligenza artificiale non è più solo un trend, ma una realtà consolidata che sta trasformando profondamente il mondo del digital marketing. Che si tratti di analizzare i dati, ottimizzare campagne pubblicitarie o generare contenuti personalizzati, l’IA offre strumenti potenti e versatili per supportarci nel nostro lavoro quotidiano.

Le sue applicazioni, come abbiamo visto, sono potenzialmente infinite; tuttavia, il vero valore emerge quando l’intelligenza artificiale si combina con una strategia ben definita e un controllo umano attento, per garantire risultati efficaci e autentici.

Questa tecnologia ci spinge sempre di più, come professionisti del marketing, ad aggiornare costantemente le nostre competenze, sperimentare nuovi strumenti e mantenere il giusto equilibrio tra creatività, empatia e innovazione, avendo come obiettivo la creazione di valore per i nostri clienti e connessioni significative con il pubblico.

Come creare Reel di successo per Instagram e TikTok

In un’epoca dove ogni utente è bombardato da continui stimoli, è purtroppo sempre più complicato far spiccare i tuoi contenuti sui social, lo sappiamo.

Generalmente hai soli pochi secondi per attirare l’attenzione sui tuoi video e devono essere sin da subito convincenti e lasciare un’impronta e una certa curiosità nella mente degli utenti.

In questo articolo ti darò i miei 5 migliori consigli per creare Reel di successo, video efficaci e d’effetto per spaccare sui social!

Conquista il tuo pubblico

I Reel offrono un modo completamente nuovo di connettersi con il pubblico rispetto ai visual statici. La loro dinamicità permette di coinvolgere gli utenti a un livello più profondo, suscitando emozioni, divertimento oppure stupore.

Per creare Reel di successo, prima di metterti all’opera, è fondamentale definire il tuo target e l’obiettivo che vuoi raggiungere. Solo comprendendo a fondo gli interessi e i bisogni del tuo pubblico, potrai creare contenuti più efficaci e ottenere risultati migliori.

La scelta della piattaforma giusta è un altro tassello essenziale: ogni social network ha un linguaggio visivo e un pubblico specifico. Instagram, TikTok e Facebook sono solo alcuni esempi. Il mio consiglio, dunque, è quello di analizzare attentamente i contenuti su ciascuna di queste piattaforme, capire cosa li differenziano e quali formati e stili funzionano meglio; infine, puoi individuare trend da riproporre sullo stile del brand. Questo ti permetterà di creare Reel su misura per il tuo pubblico e per la piattaforma scelta, con la tua unicità.

5 consigli per creare Reel di successo

Quali sono, quindi, gli elementi e gli attivatori funzionali necessari a elevare i tuoi video? Scopriamoli insieme!

1. Scegli la musica adatta all’emozione che vuoi suscitare

 

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Un post condiviso da Neos Air (@neosair)

La comunicazione non passa solamente attraverso ciò che si vede: anche la musica è un elemento fondamentale di un video. Ci permette di comprendere sin dai primi secondi che emozioni susciterà, se sarà un video dinamico, romantico, illustrativo.

Grazie alla musica l’utente — in base al proprio stato d’animo — capirà subito se soffermarsi a guardare il contenuto oppure se procedere oltre. Va da sé che questo è un aspetto molto soggettivo, che non puoi di certo controllare, ma puoi influenzare l’utente scegliendo una colonna sonora che lo invogli a immergersi nel tuo video.

La musica è la voce del tuo lavoro: racconta ciò che le immagini non dicono.

Cerca di comprendere quali emozioni vuoi trasmettere al pubblico; immagina di metterti nei loro panni: cosa vorresti sentire mentre guardi le tue riprese?

Nell’esempio qua sopra, lo scopo è proprio quello di emozionare e romanzare le semplici scene che appaiono, e questa musica soft e rilassante ha l’obiettivo — direi perfettamente centrato — di generare una dolce malinconia, che ci porta a sognare il prossimo viaggio!

2. Cura i dettagli e aumenta la qualità

 

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Un post condiviso da Pasta Garofalo (@pastagarofaloit)

Un video curato, con immagini di qualità, inquadrature giuste (anche se molto semplici) e soggetti attentamente centrati e movimenti dolci.

Il prodotto finale è un video ovviamente ‘ripulito’ e rifinito dai giusti tagli e dai filtri applicati, ma il cuore di questo risultato è dato dalle giuste riprese.

Sembrerà forse banale, ma la qualità ripaga. Siamo tutti attratti dal “bello” e questo vale anche per i Reel!

È molto importante utilizzare gli strumenti adatti: ti semplificheranno tutto il processo di post editing e miglioreranno la qualità dell’effetto finale.

Un contenuto che viene girato con le corrette inquadrature, le giuste luci ed un’alta qualità video, comunicherà l’attenzione e la cura che hai dedicato al progetto.

Quindi, armati di macchina fotografica (se ne hai la possibilità, ma anche i nuovi smartphone sono dotati di ottime telecamere, quindi non hai scuse!) e comincia a filmare!

Qualche consiglio:

  • non tagliare teste o gambe (se non è quello l’obiettivo);
  • sfrutta la luce naturale oppure procurati delle luci artificiali;
  • cerca un equilibrio tra il soggetto e l’ambiente circostante.

3. Anima il tuo video con effetti visivi

 

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Un post condiviso da MoratoPane (@moratopane)

DINAMICITÀ, DINAMICITÀ, DINAMICITÀ!

È la parola chiave di questo paragrafo, se non si era capito.

Il post-editing riveste una parte molto importante nella realizzazione dei Reel: cattura i primi frangenti d’attenzione e guida l’osservatore durante tutta la narrazione, come nel video qui sopra.

Sfrutta le transizioni, ovvero i cambi improvvisi di scena che collegano in maniera divertente ed originale le diverse parti: ti permetteranno di stupire e non annoiare l’utente. Cerca la transizione che si adatta meglio al tuo contenuto, sperimenta diversi stili ma soprattutto… divertiti!

Utilizza filtri e animazioni grafiche (come colori o forme) per aggiungere, enfatizzare e sottolineare uno o più elementi.

Fai uso di testi o singole parole per comunicare un messaggio chiaro e diretto! Gioca d’astuzia: sfrutta questi effetti per nascondere piccole imperfezioni 😉

Combinando tutti questi fattori in maniera armoniosa, sono sicura che riuscirai a produrre un contenuto che coinvolge, ispira ed incuriosisce l’utente.

4. Dona il giusto ritmo al racconto

Il video è un chiaro esempio di un ottimo risultato nell’utilizzo del ritmo: la piena armonia tra la musica e la scena garantisce un’esperienza unica per l’utente.

Non perdere troppo tempo! Taglia e cuci le parti del tuo Reel, alterna momenti lenti e veloci per donare un ritmo al tuo racconto. In questo la musica è il tuo migliore alleato: segui le sue melodie e gli effetti sonori.

I giri di parole non piacciono a nessuno: fanno perdere concentrazione e tempo, che hai ormai capito essere una cosa essenziale! I video non dovrebbero essere né inutilmente lunghi né troppo corti (per non rischiare di svalorizzare il contenuto): cerca il giusto compromesso.

5. Rimani aggiornato e sfrutta i Trend

 

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Scorri, guarda, prova, ma soprattutto… rimani al passo con gli aggiornamenti delle piattaforme!

Internet corre veloce (e, di certo, non ti aspetta): studia i trend virali per proporre contenuti sempre freschi e interessanti.

Coinvolgi e ascolta, rispondi alle esigenze del pubblico e valuta consigli e proposte: le opinioni sono sempre utili e ti aiuteranno a migliorare le tue capacità personali.

Come detto all’inizio, dipende molto anche dalla piattaforma su cui caricherai questi Reel: ognuna di queste funziona a modo proprio, con linguaggi e stili specifici, quindi studia il mercato e adatta di conseguenza il contenuto.

Ma attenzione! Non si tratta solo di inseguire le mode del momento. È importante trovare un equilibrio tra aggiornamento e fedeltà al tuo stile e alla tua voce.

E ora tocca a te creare Reel di successo!

Questi erano secondo me gli aspetti più importanti da tenere in considerazione per creare un Reel di successo per i social. Sono sicura che con il tempo e la pratica potrai aggiungere al tuo bagaglio personale altri aspetti che faranno la differenza!

Ricorda: un pizzico di personalità e di divertimento renderanno sicuramente unici e inconfondibili i tuoi progetti.

Natale 2024: i migliori regali per colleghi e colleghe in ufficio

Sta arrivando il Natale e noi sappiamo già che stai iniziando a fantasticare su cosa vorresti ricevere: una scrivania che si riordina da sola, un computer che risponde alle email in autonomia o l’approvazione di una grafica al primo invio.

Poi però arriva il momento di pensare agli altri: regali veri, preferibilmente utili o creativi.

Quest’anno, invece di impazzire, perché non lasciarti consigliare e scegliere qualcosa che possa davvero migliorare la giornata lavorativa dei tuoi colleghi?

Che si tratti di un grafico sempre alle prese con la palette di colori perfetta, un web designer ossessionato dai dettagli, o un advertiser sempre di corsa tra campagne e report, abbiamo stilato una lista di regali originali e pratici, perfetti per ogni professionista del digital marketing.

Sì, abbiamo aggiunto delle idee che possano andare bene proprio per tutti, anche social media manager, developer e content strategist. Tutto sotto i €30, così da fare bella figura senza svuotare il portafoglio.

[Disclaimer: i link non sono affiliati.]

Regali di Natale per social media manager, copywriter e content strategist

Passiamo ora a dei ruoli che fanno della parola un’arma potentissima. Secondo noi, due sono i libri fondamentali per questi colleghi: Il potere delle parole di Massimo Faranda e La parola immaginata di Annamaria Testa.

Un regalo utile per il collega che stressa tutto l’ufficio per partecipare “volontariamente” ai video per l’account TikTok dell’agenzia: un treppiede multiuso per smartphone.

Qualcosa per la collega social media manager che impazzisce ogni mese con la programmazione dei post per il PED? Una lavagna mensile cancellabile!

Regali di Natale per gli advertiser

Cominciamo subito con i colleghi problematici: quelli che parlano sempre di numeri e non capisci mai quando parlano.

Una lettura fondamentale per l’advertising – come suggerisce il titolo – è Cashvertising, il famoso testo di Drew Eric Whitman sull’uso della psicologia nelle strategie pubblicitarie.

Il libro del momento (appena pubblicato, fresco fresco di stampa 😉) è Confessioni di un marketer. Le logiche pubblicitarie di Facebook e Instagram di Enrico Marchetto, un viaggio dietro le quinte dell’advertising su Meta e degli ecosistemi digitali, per smascherare il mito del consumatore informato e consapevole.

Sempreverdi dei regali utili per i meeting che quotidianamente gli attanagliano: un taccuino da appunti con copertina divertente e delle cuffie wireless, per cercare di calmarsi camminando su e giù per l’ufficio mentre il cliente in call cambia il planning delle campagne per l’ennesima volta.

Regali di Natale per designer

Dei must-have per il collega che si occupa di design? I libri di Riccardo Falcinelli: Cromorama, Figure o il nuovissimo Visus. Pieni di immagini, colori e di aneddoti interessanti, da raccontare davanti alla macchinetta del caffè.

Una guida alla creatività nell’era digitale? Steal like an artist di Austin Kleon è il regalo perfetto per ogni grafico!

Per il sottotipo “colleghi collezionisti” ti consigliamo delle raccolte delle migliori pubblicità americane del secolo scorso, divise per decenni.

Infine, se vuoi che vengano sfornati visual come fossero pagnotte in un panificio, ti consigliamo di investire in un sottomano da scrivania (diciamo basta ai tappetini che si spostano sempre!) o in un buon mouse ergonomico.

Regali di Natale per sviluppatori web

Un libro interessante da regalare a Natale ai colleghi che sembrano parlare un linguaggio tutto loro? The Singularity Is Nearer, dove Ray Kurzweil dà una nuova (in verità, rinnovata) prospettiva sull’Intelligenza Artificiale e sul futuro che ci aspetta nei decenni a venire.

Due idee regalo utili per dei web developer? Uno supporto per smartphone o un powerbank (mai restare senza batteria!).

Se, invece, vuoi puntare su un regalo divertente per gli “smanettoni” dell’ufficio, allora abbiamo la soluzione perfetta: una paperella di gomma. No, non siamo impazziti: è utilissima per fare rubber duck debugging! Ti ricordi quando esponevi ciò che avevi studiato al tuo pubblico di peluches? Ecco, una tecnica simile. Te lo spiega meglio Wikipedia.

Regali di Natale per il proprio capo

È sempre difficile fare regali di Natale per il proprio capo, lo sappiamo. Dipende anche che tipo è! Ecco qui alcune idee.

Se vuoi rimanere su regali più seri, potresti pensare a dei libri utili alle sue mansioni quotidiane, come Sell like crazy di Sabri Suby o The Minimalist Entrepreneur di Sahil Lavingia.

Altrimenti, punta sul… caffè! È una persona a cui piace berlo fuori dall’ufficio? Chiedi una tessera di “abbonamento” al suo bar preferito. Se, invece, preferisce sorseggiarlo mentre lavora al computer, allora punta su una tazza personalizzata e magari a un pacchetto di caffè più pregiato.

Altre idee per regali di Natale economici per colleghi e colleghe

Per il collega che non sa mai che giorno è

Un bel calendario da scrivania o un sottomano cartaceo settimanale.

Per il collega sempre stressato

Un libro dal titolo inequivocabile: It Doesn’t Have to Be Crazy at Work di Jason Fried e David Heinemeier Hansson.

Per il collega che ama scrivere su carta

Nonostante lavori nel digital, è un grande amante della carta? Allora vai sul classico, con un set di penne Muji o un taccuino Moleskine.

Per il collega gourmand

Un consiglio? Prendilo per la gola! Metaforicamente, è ovvio.

Cerca dei prodotti tipici e artigianali di qualità in qualche negozietto della città e dai spazio alla fantasia! Per un collega goloso, un regalo culinario sarà sempre apprezzato.

Per il collega che ha tutto

Se già possiede qualsiasi cosa, allora quello che ci vuole è un’esperienza!

  • Regalagli un corso online per un suo hobby preferito.
  • Adotta un albero su Treedom
  • …o un alveare su 3Bee!

Come sfruttare i trend TikTok per un Black Friday vincente: 6 esempi facili ed efficaci!

Ci siamo quasi. Il conto alla rovescia per il Black Friday è iniziato!

È ormai uno dei momenti più attesi dell’anno, non solo dai consumatori ma anche dalle aziende stesse. Come mai?

La risposta è molto semplice: il Black Friday è l’occasione ideale per le imprese di aumentare le vendite, attirare nuovi utenti e far conoscere il proprio brand, fidelizzando allo stesso tempo i clienti esistenti con offerte accattivanti.

Sfruttare questo momento commerciale è dunque fondamentale per ottenere risultati significativi non solo in termini di fatturato, ma anche di visibilità.

Vietato farsi cogliere impreparati!

La competizione online nel periodo del Black Friday (e nelle settimane precedenti) aumenta moltissimo. Perciò, se non l’hai ancora fatto, questo è il momento di iniziare a preparare una strategia d’attacco.

In un’occasione come questa, devi dare spazio alla creatività e puntare su contenuti efficaci, che si distinguano dalla massa e che non implichino uno sforzo (economico e non solo) troppo elevato!

Cavalcare i trend del momento, per esempio, è un ottimo modo per far emergere il proprio brand e monetizzare. Catturare l’attenzione del pubblico sfruttando contenuti creativi che rispecchiano le tendenze più popolari è importante al fine di aumentare la visibilità del marchio, attraendo nuovi clienti e massimizzando le opportunità di vendita.

Abbiamo pensato ad alcuni trend TikTok (utilizzabili anche su Facebook e Instagram) che ti possano servire come spunto per la tua strategia creativa durante il Black Friday.

Inutile, quindi, dire che ciascun esempio va interpretato e adattato in base alle tue esigenze specifiche e allo stile creativo del tuo brand.

6 trend Tiktok semplici e versatili per il Black Friday

Bene, dopo tutte queste premesse, passiamo al sodo e vediamo nel dettaglio alcuni esempi di trend TikTok per questo Black Friday 2024.

1. Distrarsi (troppo) facilmente!

@seven.bison I get very easily distracted #fyp #foryou #foryourpage #work #office #funny #friends ♬ original sound – Seven Bison

Ti ha fatto sorridere, vero? 😛

Ecco un esempio semplicissimo, applicabile a qualsiasi settore, di una creatività che richiede davvero pochissimo tempo di realizzazione.

Come adattarlo al Black Friday? Per esempio, potresti mostrare lo stupore e la gioia di un utente che viene travolto dalle offerte Black Friday, dimenticandosi totalmente di ciò che accade attorno a lui!

2. Tell me, without telling me.

@giulc__ 🤌🏻 #tellmewithouttellingme #italy #summer #foryou #fypシ #italiansummer #italiancheck ♬ Bongo Cha Cha Cha – Goodboys

Questo trend consiste nel dare una risposta implicita – attraverso l’uso di immagini o suoni, azioni o descrizionia un’ipotetica affermazione o domanda.

In breve, si forniscono indizi o dimostrazioni, lasciando però agli altri il compito di dedurre la risposta. Un vero e proprio gioco di sottintesi!

Come riproporlo, quindi, al tuo pubblico? Potresti dire “Dimmi che ami il Black Friday, senza dirmi che ami il Black Friday” 😉

Un valido esempio potrebbe essere quello di mostrare dei carrelli (virtuali o meno) belli pieni, o persone che ricevono a casa molti pacchi in consegna dopo una sessione di acquisti online (grazie alle imperdibili offerte del brand).

3. POV: Scopri un affare che non ti aspettavi!

@giorgiamenzietti 🫢 #harrods #london #givenchy ♬ original sound – rxnplify

Con le super offerte del Black Friday, si può solo rimanere a bocca aperta!

Per questo trend viene creato un video POV (Point of View) che simula la reazione alla scoperta di un’offerta inaspettata.

In questo caso, per esempio, il video può rappresentare il POV di una persona che naviga sull’e-commerce del brand senza aspettarsi nulla di particolare, quando all’improvviso… BAM! Vede un’offerta irrinunciabile.

Consiglio aggiuntivo: la musica enfatizza l’elemento sorpresa 😉

4. Cascasse il mondo…

Guarda lo slideshow su tik tok

Questo trend, che spopola sui social da diverso tempo (ma continua ad avere ottimi risultati!), utilizza immagini di sfondo con scenari apocalittici, abbinate a persone in primo piano che sono invece serene e concentrate su tutt’altro.

Questo contrasto tra caos e indifferenza crea un effetto ironico, trasmettendo l’idea che nulla può fermarci dal fare ciò che realmente ci fa stare bene.

Mantenendo sfondi caotici, potresti adattarlo mostrando in primo piano persone sorridenti che pensano “Ah beh, tanto c’è il Black Friday!“.

Quale messaggio vogliamo veicolare in questo esempio specifico? Che qualunque cosa accada, i mega-sconti del tuo brand per il Black Friday rimangono una certezza a cui nessuno può rinunciare!

5. Emergency dance!

@uwantisell Part two because you all loved the first one so much 🥹💕🫶🏼 #uwantisell #emergency #trend #dresses #summerdresses #emergencydance #foryou ♬ original sound – Ride the Trend

Questo, invece, è un trend (prettamente utilizzato in ambito fashion) che si basa puramente sul suono utilizzato! Quindi, occhio al montaggio 😉

Come mostra il video qui sopra, vengono ripetuti dei movimenti molto semplici (a ritmo di musica) per mostrare diversi look.

È vero, questo trend viene usato principalmente nel settore moda / abbigliamento, ma non vuol dire che non possa essere replicato e riapplicato anche in altri contesti.

Per esempio, perché non usarlo per mostrare alcuni dei principali articoli in promozione durante il Black Friday?! Potrebbero essere abbinati magari a dei brevi testi descrittivi alla percentuale di sconto applicata, in modo da catturare ancora di più l’attenzione dell’utente.

6. Expectation vs. Reality

@_s_s____ sinking town of venice #venice #funny #expectationvreality #venezia #travel ♬ september on crack ft. a recorder (Earth, Wind & Fire – September) – frickin weeb

Concludiamo questa lista di esempi con un grande classico: Aspettativa VS Realtà.

Il trend si spiega da solo, lo conoscono davvero tutti. È un format che confronta le aspettative ideali con la realtà spesso comica o sorprendente di una situazione.

Lo sappiamo, ti starai chiedendo: perché mostrare il lato negativo del Black Friday se vogliamo che gli utenti acquistino di più?

Quello che ti suggeriamo in questo caso è di dargli un twist ironico “al contrario”. Per esempio, puoi giocare sul fatto che tutti si aspettano il caos (confusione, siti web bloccati, offerte ridicole) in questa intensa settimana dell’anno, rimanendo invece sorpresi da una realtà positiva, un sito efficiente e delle offerte davvero convenienti.

Puoi accompagnarlo con una didascalia, qualcosa tipo “Ti aspetti questo: confusione, poche vere offerte, stress alle stelle… ma la realtà è tutt’altra! Offerte incredibili e shopping senza stress.

Un ironico capovolgimento delle aspettative!

Adesso hai davvero tutti gli strumenti necessari per un Black Friday di successo!

La creatività è la chiave giusta per trasformare ogni trend in un’opportunità vincente, rendendo la tua strategia efficace e controcorrente.

Testa questi trend TikTok per il Black Friday (anche su Meta!) e non esitare a condividere con noi i tuoi pareri o nuovi spunti creativi: siamo curiosi di sapere come stai pianificando di far brillare il tuo brand!

Ulteriori riferimenti

Stai cercando una guida sulle Meta Ads per affrontare il Black Friday? La trovi sul nostro blog.

Tutto sulle inserzioni dinamiche di Meta: cosa sono, a cosa servono e le risposte alle domande più comuni

Breve panoramica sulle inserzioni dinamiche di Meta

Le inserzioni dinamiche sono il formato Meta che più sfrutta le capacità dell’algoritmo.

Se già normalmente la macchina è molto efficiente nel mostrare i contenuti al pubblico giusto, nel caso delle ads dinamiche aggiunge anche la capacità di individuare il contenuto giusto per il pubblico giusto.

Nello specifico, per “contenuto” in questo caso intendiamo “prodotti”.

Un carosello dinamico come appare su Instagram.

Cosa sono, in breve

Le inserzioni dinamiche si dividono in due tipologie principali: immagine / carosello dinamico e collection (o “raccolta” in italiano). Queste ultime prevedono una grafica di copertina, mentre le prime mostrano solo e soltanto i prodotti del catalogo.

Come creare inserzioni dinamiche

Oltre ai requisiti base dell’advertising su Meta, per creare inserzioni dinamiche su Facebook serve solo il feed di un catalogo prodotti, meglio se collegato al sito web.

La pagina principale del Gestore delle vendite Meta, da cui vediamo l’elenco degli articoli caricati. Formato originale.

Il feed del catalogo: cos’è e come funziona

Il feed è un file che esporta i dati dei prodotti presenti sul sito. Viene aggiornato e caricato su Meta una o più volte al giorno e i dati che contiene vengono utilizzati dalla piattaforma per creare un Catalogo, che altro non è che una copia speculare dei contenuti del sito.

Questo permette a Meta di avere accesso a tutte le informazioni aggiornate sull’inventario del sito; come nome dei prodotti, prezzo, descrizione e anche la loro disponibilità.

Tecnicamente i prodotti possono anche essere inseriti nel catalogo a mano, uno ad uno, ma non lo consigliamo perché è un lavoro estremamente impreciso, time consuming e soprattutto non sincronizzato con il sito web.

In ogni caso, una volta creato un catalogo su Meta sarà possibile utilizzarlo per la creazione di inserzioni dinamiche.

Le domande più frequenti sulle inserzioni dinamiche

Aspetto delle inserzioni

I caroselli dinamici sono brutti! Non sarebbe meglio usare una bella foto selezionata da noi del team marketing?

I caroselli dinamici hanno un’altissima rilevanza per il target. Questo perché i prodotti che mostrano sono:

  • prodotti che l’algoritmo ritiene interessanti per la persona che sta guardando l’inserzione; oppure
  • prodotti con cui la persona stessa ha già interagito, per esempio visualizzandoli sul sito o aggiungendoli al carrello.

Sono perciò tra i formati con Click-Through Rate e Conversion Rate più alto perché vanno a intercettare con precisione l’interesse degli utenti, sia espresso che latente (differenza che spiegheremo meglio tra qualche domanda).

Perché non posso scegliere i prodotti da vedere per primi?

Ti giriamo la domanda: perché dovresti scegliere tu?

Meta sa che prodotti ci piaceranno ancora prima che ce ne rendiamo conto noi – ha più di 50.000 data point per ciascun utente da cui prendere informazioni e l’algoritmo sa come usarle.

Per completezza precisiamo però che c’è un modo per scegliere i prodotti da mostrare per primi, e anche che ci sono casi in cui è sensato farlo: serve utilizzare le Collection, che metto a disposizione l’opzione per scegliere fino a 4 prodotti da mettere in evidenza.

Perché il nome del prodotto si vede tagliato?

I titoli e le descrizioni delle schede in caroselli e collection hanno un limite massimo di 25 caratteri. Se sul sito i prodotti hanno nomi (o “titoli”, “headline”) più lunghi, allora su Meta appariranno abbreviati.

Voglio usare il mio reel come copertina di una collection.

Si può inserire un video come copertina ma ti consigliamo di tagliarlo in formato quadrato, altrimenti… lo taglierà Meta.

Una collection con video quadrato di copertina rende il formato più apprezzabile sul feed mobile.

Prodotti e target

Perché vedo sempre lo stesso prodotto?

L’algoritmo ha deciso che per te quello è il prodotto più rilevante, in base all’analisi del tuo comportamento. Ricorda che tu non sei il tuo target, che quella che vedi è probabilmente un’anteprima e che i prodotti mostrati nell’inserzione cambiano da persona a persona.

Quali prodotti quindi vengono mostrati a quali persone?

La logica alla base è una: l’algoritmo mostra agli utenti i prodotti che ritiene essere per loro più interessanti.

C’è una leggera distinzione da fare però in merito al target che abbiamo scelto per queste inserzioni.

  • In retargeting, ovvero quando stiamo intercettando persone che già hanno visitato il sito o cliccato su altre nostre ads, gli utenti vedranno proprio i prodotti con cui già hanno interagito (ed eventualmente qualche altro consiglio);
  • se invece stiamo facendo prospecting per cercare nuovi, potenziali clienti, Meta si baserà sui già citati data point in suo possesso per selezionare gli articoli del catalogo più adatti alla persona che sta visualizzando la creatività.

Per esempio, ipotizziamo di essere un’azienda di abbigliamento e di aver creato un carosello dinamico con associato l’intero nostro catalogo prodotti per cercare potenziali clienti (prospecting). Se l’ad raggiungerà un appassionato di sneaker, molto probabilmente questo vedrà scorrere delle scarpe tra le schede dell’inserzione. Se invece la stessa inserzione verrà vista da una donna alla ricerca di una giacca invernale, l’algoritmo le proporrà dei cappotti pesanti.

Perché vedo prodotti di categorie diverse nella stessa ad?

Perché in alcuni casi conviene far sì che le inserzioni dinamiche “peschino” i prodotti tra tutti quelli disponibili nel catalogo – o comunque da insiemi molto grandi.

Ecco qualche esempio di tali casi:

  • siamo su pubblici di retargeting, solitamente piccoli, e non vogliamo limitare ancora di più la distribuzione (e far schizzare il CPM alle stelle);
  • siamo su pubblici molto ampi e vogliamo dare massima libertà di scelta all’algoritmo e agli utenti, per esempio perché abbiamo appena cominciato con l’advertising;
  • in generale non abbiamo necessità di suddividere i nostri prodotti in categorie.

Perché si vedono dei prodotti out of stock?

Normalmente la sincronizzazione tra Meta e il tuo sito fa sì che i prodotti non disponibili non vengano mostrati, ma possono esserci casi in cui questo non avviene.

In primo luogo dipende da come hai impostato l’aggiornamento del feed del tuo catalogo:

  • se è manuale, devi essere tu a segnalare il prodotto come non più disponibile;
  • se invece è automatico, tieni presente che normalmente il feed ha bisogno di qualche ora per aggiornarsi.

Se per esempio il catalogo si ricarica ogni giorno a mezzanotte, un prodotto che va in sold out in giornata apparirà come esaurito dal giorno successivo.

Infine, può anche essere un problema di collegamento o di qualche impostazione sbagliata – un doppio check ogni tanto non guasta mai!

Il Gestore delle vendite riconosce ed etichetta in automatico gli articoli esauriti.

Perché le immagini dei prodotti sono vecchie/il prezzo non è corretto?

Come la risposta sopra: il feed può non essersi ancora aggiornato o ci possono essere problemi di impostazioni.

Può anche capitare che il pixel collegato al catalogo decida che gli altri asset presenti sul sito (es. altre foto prodotto) siano migliori di quelle impostate, e quindi le sostituisca. Se è questo il caso si può valutare di disabilitare l’aggiornamento del catalogo tramite pixel.

Tip finali

In conclusione, ecco due veloci impostazioni da controllare ogni tanto per avere la certezza che il catalogo stia funzionando come dovrebbe.

Gestore delle vendite > Origini dei dati

Qui puoi vedere se il feed del catalogo è caricato correttamente e se il pixel riceve i dati nel modo giusto.

Fare un check veloce ogni tanto della pagina sulle Origini dei dati è cosa buona e giusta. Formato originale.

Gestore delle vendite > Eventi

Questo tasso misura quante delle interazioni con articoli sul sito web corrispondono ad articoli del catalogo. Come consigliato dalla piattaforma, sarebbe meglio mantenere una percentuale sopra al 90%.

Se la percentuale è alta avete la certezza che i prodotti del catalogo Meta corrispondono a quelli del sito web.

Perfetto, funziona tutto. E ora?

Ora hai tutto ciò che ti serve per creare inserzioni dinamiche. Segui le altre guide del nostro blog per rimanere sempre al passo con l’advertising!

Come analizzare e ottimizzare un account pubblicitario su Meta

Analizzare e ottimizzare un account pubblicitario Meta (Facebook e Instagram Ads) è fondamentale per ottenere il massimo dal budget investito.

La piattaforma offre molteplici metriche per comprendere l’efficacia delle campagne, ma è necessario sapere dove focalizzarsi e come tradurre questi dati in azioni migliorative.

Obiettivi

Prima di cominciare ad analizzare metriche e indicatori su Meta, è necessario conoscere quali sono gli obiettivi del brand e, quindi, conseguentemente quelli delle campagne che si dovranno attivare.

A seconda di questi obiettivi, infatti, verranno individuate delle specifiche metriche da valutare e prendere come riferimento per ottimizzare l’account pubblicitario.

Le metriche che vanno sempre analizzate, per qualsiasi obiettivo e in qualsiasi Ads Manager, sono:

  • CPM: è il costo di 1000 impressions.

  • Frequenza: è il numero medio di volte che un utente ha visualizzato un’inserzione.

  • Punteggio di qualità: Meta fornisce un “Punteggio di qualità” per ogni annuncio, che si basa su valori come il feedback degli utenti e il coinvolgimento che quello stesso contenuto genera. Un punteggio basso suggerisce che l’inserzione non è percepita come rilevante o di valore dal pubblico.

Come anticipato, poi – a seconda degli obiettivi di campagna – possiamo trovare altre metriche da analizzare.

Copertura o Visualizzazione video

In campagne con questi obiettivi non ha senso valutare le inserzioni basandoci sui costi d’acquisto o sul ROAS, ma vanno valutate metriche di branding, come sicuramente il CPM (descritto sopra) ma anche:

  • il Costo per copertura, ovvero il costo per ogni singolo utente unico raggiunto.

  • il Costo per 3” Video Views, dunque il costo per visualizzazione di 3 secondi del video analizzato.

  • La percentuale di utenti che hanno visualizzato almeno il 50% del video.

Traffico

Nel caso di una campagna con obiettivo di traffico, valutiamo l’impatto che le creatività hanno sul primo click degli utenti, quindi studiamo metriche come:

  • CPC: il Costo per Link Click.
  • CTR (o Click Through Rate), cioè la percentuale di utenti che hanno cliccato su un’inserzione dopo averla visualizzata.

  • Costo per Landing Page View, ovvero il costo per la visualizzazione della pagina di atterraggio. Questo ci serve per capire quanti utenti abbandonano la pagina immediatamente dopo il link click.

Mentre, per conoscere la percentuale di utenti che abbandona dopo il click, la formula è:

Conversione

Qualsiasi sia la conversione che desiderate ottenere (acquisti, aggiunte al carrello, contatto o iscrizione alla newsletter), ci sono alcune metriche da valutare per capire l’efficacia della vostra campagna.

  • Costo per evento di conversione (come detto, qualunque esso sia).

  • CPA, ovvero il costo per acquisto.

Il CPA è dato dalla spesa fratto gli acquisti

  • ROAS (o Return On Advertisement Spend), ovvero il guadagno per ogni euro speso in pubblicità.

Il Return on Ad Spend è dato dalle entrate totali fratto le spese totali

  • AOV (Average Order Value), il valore medio per acquisto, volgarmente detto “carrello medio”.

Ottimizzazioni

Una volta comprese quali metriche analizzare nel tuo account pubblicitario, bisogna cercare di capire come meglio ottimizzare le campagne su Meta. Le principali aree di ottimizzazioni sono due: pubblici e creatività.

Ottimizzazione dei pubblici (audience)

Le ottimizzazioni più frequenti sono quelle sulle target audience; valutare la pertinenza del pubblico è, infatti, cruciale per le performance delle campagne.

Se le inserzioni non raggiungono le persone giuste (interessate ai nostri annunci), i costi aumenteranno e i risultati peggioreranno.

Vanno, quindi, monitorati con costanza i vari gruppi di inserzioni, allocando a quelli più performanti (individuati dopo un’analisi delle metriche di riferimento) un budget maggiore.

Attenzione, però: non è tassativo (né consigliato) spendere tutto il budget sul pubblico con le migliori metriche; vanno testate con ciclicità nuove target audience per fornire all’algoritmo diversi utenti da raggiungere, portandoli così a conoscenza del brand.

Ma quali sono gli aspetti ottimizzabili per ogni target audience?

  • Personalizzazione del targeting, dunque la scelta di segmenti di pubblico basata sul comportamento.
  • Demografia: età, sesso, posizione geografica, lingua.
  • Posizionamenti, ovvero dove vengono visualizzate le creatività (sul Feed, nelle Stories, nei Reel, e così via).
Un esempio di dati demografici per la creazione di un pubblico target interessato all’ambito del Digital Marketing

Ecco qui un esempio: ipotizziamo di avere un brand di skincare con una campagna di conversione con obiettivo acquisto sul proprio eCommerce e che, negli ultimi giorni, i dati sono in peggioramento.

Questi i risultati dei gruppi di inserzioni negli ultimi 14 giorni (con la medesima demografia per tutti).

Considerando in questo caso solo il CPM e il CPA come metriche, queste potrebbero essere delle possibili ottimizzazioni, per cercare di migliorare le performance.

  • Aumentare il budget del target A, in quanto ha un CPA positivo rispetto alle altre audience, oltre a un CPM molto basso.
  • Diminuire il budget (o spegnere del tutto) il pubblico C: il CPA è troppo elevato.
  • Accorpare le audience B e D, per cercare di abbassare il CPM elevato. È, infatti, probabile che entrambi i pubblici siano troppo ristretti e che quindi arrivino presto alla loro saturazione (in questo caso, andrebbe valutata anche la frequenza dei due target per una più corretta analisi).
  • Testare una nuova audience basata sugli interessi, come per esempio quella dei concorrenti.

Da qualche anno sono state introdotte da Meta le campagne Advantage+ Shopping (utilizzabili solo con obiettivi di conversione): sono campagne con target completamente “aperto”, in cui l’algoritmo ha il totale controllo sulla delivery per ottimizzare al meglio le creatività e ottenere così i minori costi per conversione possibili.

Queste campagne sono (solitamente) molto performanti e non necessitano di ottimizzazioni frequenti, se non lato creativo sugli annunci, di cui parliamo di seguito.

Ottimizzazione delle creatività

Nell’analisi delle inserzioni vanno considerati i seguenti elementi.

  • Grafiche: è essenziale che una grafica attiri gli utenti e li faccia interagire o li porti al click (e, quindi, al sito).
  • Formato: è necessario capire qual è il formato più performante tra quelli proposti da Meta (foto, video, slideshow, caroselli, collection), ottimizzando gli annunci di conseguenza.
  • Copy e Titolo: anche piccole modifiche al testo dell’inserzione o alla Call-To-Action possono influire sul CTR e, dunque, sulle conversioni.

In questo nostro articolo parliamo proprio del modo di come migliorare le proprie creatività e aumentare il loro CTR. Salvalo per dopo!

Analisi periodica e testing

È fondamentale mantenere un regolare approccio di test & learn sia dei pubblici sia delle creatività attive, al fine di cercare un costante miglioramento delle performance delle campagne. Sono consigliati, in tal senso, gli A/B test per stabilire quali siano le migliori audience e/o inserzioni.

Lo strumento di A/B test interno a Meta ti permette di stabilire le migliori campagne, audience e inserzioni

Infine, nell’analisi delle campagne su Meta è anche molto importante valutare il loro andamento temporale: confronti con le settimane o gli anni precedenti aiutano a comprendere meglio la qualità dell’account e a individuare i principali parametri da ottimizzare.

Conclusioni

Analizzare e ottimizzare un account pubblicitario su Meta è un processo che richiede attenzione e metodo. Focalizzarsi sulle giuste metriche, oltre a considerare aspetti qualitativi come la creatività e la segmentazione del pubblico, è essenziale per ottenere il massimo rendimento dalle campagne.

L’ottimizzazione continua (anche tramite test A/B) e una gestione efficace del budget porterà a risultati sostenibili e misurabili nel lungo termine.

L’approccio deve sempre essere dinamico: monitorare i dati, sperimentare con diverse strategie e iterare basandosi sui risultati è la chiave del successo.

Ulteriori riferimenti

Se ti interessa, in particolare, capire quali KPI monitorare per le tue campagne di conversione per gli eCommerce, ti consigliamo questo nostro articolo in cui ci dilunghiamo un po’ di più sull’argomento 😉

Black Friday e Natale: la guida definitiva alle tue campagne adv

Sta arrivando il periodo più caldo dell’anno – solo in termini di fatturato, non certo di temperatura – ed è meglio non farsi trovare impreparati.

Ecco perché abbiamo creato questa guida alle campagne su Facebook e Instagram per affrontare al meglio il Black Friday e il Natale.

Cosa contiene?

In questa preziosa guida troverai:

  • una precisa timeline di pianificazione delle tue campagne, che parte da settembre e arriva al primo trimestre del prossimo anno;
  • esempi concreti di inserzioni di nostri clienti, che hanno ottenuto risultati pazzeschi;
  • consigli pratici (tecnici) sulle migliorie da apportare a campagne;
  • idee e suggerimenti creativi per creare annunci che catturino subito l’attenzione.

Insomma, non è poco 😉

A chi è adatta?

Che tu sia…

  • un advertiser esperto (o alle prime armi)
  • un e-commerce o un marketing manager
  • un social media specialist
  • o un professionista del marketing digitale,

…crediamo che in questa guida tu possa trovare molto materiale interessante, anche “solo” qualche spunto creativo che renderà le tue inserzioni ancora più efficaci!

Scarica ora la guida alle Meta Ads per Black Friday e Natale e scopri come raggiungere (e superare) i tuoi obiettivi di vendita nel Q4.

Ulteriori riferimenti

Nel nostro blog parliamo molto di advertising nel mondo Meta. Ecco qui qualche articolo che potrebbe interessarti:

Abbiamo scritto anche una guida alle Meta ads per principianti (e ripetenti!): scaricala ora!

Come far cliccare di più sulle ads Meta

Qual è il sogno segreto di ogni persona che ha a che fare con le inserzioni Meta? Facile: che le ads piacciano. Tantissimo.

Ovviamente “piacere” è un verbo estremamente vago. Quindi, da persone professioniste del settore, lo sostituiremo con un sostantivo preciso, ottimizzabile e misurabile: il click.

Rimuoviamo sentimenti e soggettività e dichiariamo con fierezza che “se un’inserzione ha tanti click, allora vuol dire che piace”.

Ma è sempre così? Ci importa davvero che sia così? Ma soprattutto: cosa possiamo farci?

Vediamolo insieme in questo articolo su come far cliccare di più sulle inserzioni e migliorare il CTR delle ads Meta.

Le basi del click

Partiamo dall’inizio.

I click di per sé sono un numero, una quantità. E come tali è molto difficile capire se possano essere “tanti” o “pochi”, poiché è tutto relativo alla nostra attività. Sono click organici? A pagamento? Su una pagina appena creata? Su un’inserzione?

Se senza contesto è difficile interpretarli, allora aggiungiamone uno. Rapportiamo i click alle impression et voilà, otteniamo una delle metriche più utili per capire l’andamento delle inserzioni su Meta: il Click-Through Rate (CTR).

Specifiche del CTR (Click-Through Rate)

Come si calcola il CTR?

Il CTR è una percentuale ricavata dalla formula impression/click e ci mostra quante volte, tra tutte quelle in cui l’ad è stata vista, le persone ci hanno cliccato sopra.

La formula per trovare il CTR di un'inserzione.
La formula per trovare il CTR di un’inserzione.

A cosa serve il CTR?

Questa metrica è utilissima per capire, in linea di massima:

  • quanto la nostra inserzione è interessante per il nostro pubblico,
  • quanto piace al nostro pubblico,
  • quanto “blocca lo scroll” del nostro pubblico,
  • quanto triggera il nostro pubblico.

Serve anche per capire quanto vende al nostro pubblico? Non è detto, quello dipende da molti più fattori.

Prima di capire come migliorare il CTR è bene però specificare un ultimo dettaglio: non tutti i click sono uguali, e non tutti hanno sempre lo stesso peso.

Due tipologie di CTR

Click-Through Rate

Quando si parla di CTR – ovvero, letteralmente, “percentuale di click” – si parla di tutti i click che un’inserzione riceve. Quindi, per esempio:

  • Click sul “Mi piace”
  • Click sulle foto per ingrandirle
  • Click sui video per metterli in pausa
  • Click sui commenti
  • Click sui pulsanti call to action

E così via.

Link Click-Through Rate

Molto spesso le inserzioni sono accompagnate da un pulsante call to action che contiene un link – dal grande classico “Scopri di più” ad “Acquista ora”, a “Iscriviti”.

Nella maggior parte dei casi questi click sono i più rari e preziosi, perché fanno uscire le persone da Meta e le fanno entrare nelle splendide proprietà di destinazione, siano esse siti web, app o altro. Proprietà in cui si spera convertano.

Differenze tra Click-Through Rate e Link Click-Through Rate

Come vedremo più avanti, i valori medi dei due CTR sono molto diversi tra loro; anche solo perché uno è un sottoinsieme dell’altro.

Confronto dei risultati ottenuti tra click e click sul link e, quindi, tra CTR e CTR link.
Confronto dei risultati ottenuti tra click e click sul link e, quindi, tra CTR e CTR link.

Per questo motivo è molto importante avere ben chiaro l’obiettivo della strategia pubblicitaria in atto e quali click sono da considerarsi dei KPI – ammesso che effettivamente lo siano.

I clicknormali” sono utilissimi per valutare l’efficacia dei contenuti di per sé, come:

  • capire se un carosello invita le persone a sfogliarlo
  • o se una grafica, creata per stimolare i commenti, riesce nel suo intento.

In casi come questi, possono essere inseriti come KPI nelle campagne di interazione, per esempio.

I click sul link, invece, vanno esaminati tutte quelle volte in cui vogliamo che post e inserzioni siano solo dei tramiti per portare le persone su app o siti web, come accade quando vogliamo analizzare campagne di traffico o conversione.

Una volta capito quali click fanno al caso nostro resta una sola, critica questione: mantenerli alti.

Nella prossima sezione ti spiegheremo come aumentare i click sulle tue inserzioni Meta, alzare i CTR e infine vedremo insieme qual è un buon click-through rate.

Come alzare il CTR sulle inserzioni Meta

Scegliere il formato giusto

Ogni formato pubblicitario ha le sue caratteristiche, e alcuni sono più adatti di altri a portare click e migliorare il CTR.

Caroselli

Statici o dinamici che siano, i caroselli sono stati creati apposta per stimolare i click, sia quelli generici sia quelli sul link.

La possibilità di inserire più schede permette, infatti, di fornire un ampio ventaglio di alternative e destinazioni in un’unica inserzione.

Attenzione! Quando parliamo di ads, il formato del carosello è graficamente diverso da come appare nei post organici su Instagram: le grafiche sono più piccole e, soprattutto, in ogni scheda è obbligatorio inserire un link – motivo per cui è il formato ideale per aumentare i click.

Un’inserzione carosello per come appare sul feed Facebook.
Un’inserzione carosello per come appare sul feed Facebook.

Immagini singole

Le immagini singole sono un buon driver di click, sia in uscita (verso un sito web, per esempio) sia in entrata, per mantenere gli utenti all’interno della piattaforma.

Per quest’ultimo scopo, in particolare, le immagini sono anche meglio dei video! I video infatti, quando sponsorizzati, tendono ad ottenere visualizzazioni, che rientrano nel grande insieme delle “interazioni” ma non sono click.

Album

Gli album seguono una logica simile ai caroselli, ma con due differenze importanti: sono limitati a Facebook e sono utilizzabili sono per i post organici – dunque, non è previsto un corrispettivo formato per le inserzioni. Non possono, quindi, essere creati direttamente in Ads Manager, ma solo sponsorizzati come contenuto organico.

Lavorare sulle creatività

Copy

Se vogliamo che le persone clicchino, diamo loro un motivo per farlo! Specifichiamo nei testi perché a loro conviene (davvero) visitare il sito:

  • perché troveranno molti più prodotti di quelli che vedono nella grafica;
  • perché potranno prenotare un servizio incredibile;
  • perché i prodotti/servizi hanno funzioni che nemmeno immaginano (e noi non sveliamo);
  • perché riceveranno uno sconto;

e così via.

Grafiche

In modo simile ai testi, anche le grafiche devono fornire un motivo per cliccare che sia chiaro e specifico.

Via libera anche ai giochi o alle domande dirette, soprattutto per ottenere commenti e interazioni.

Liberate la fantasia: le esche per click sono tantissime. Ma attenzione a usarle con consapevolezza e sempre in allineamento con la vostra strategia! Non è detto, infatti, che tutti i click si traducano in conversioni…

Inserzione che invita a prenotare un volo per Corfù
Cosa triggera di più di un bellissimo paesaggio? Questa inserzione ha un CTR di 2,56% e un CTR sul link di 2,14%.

Conclusione: qual è un buon CTR?

Il momento della “domandona” è arrivato e la “rispostona” è esattamente quella che vi aspettate: dipende.

Dipende dal settore, dal prodotto, dalla campagna e dalle inserzioni.

Non vi lasciamo a bocca asciutta, però: ecco qualche riferimento, puramente indicativo, ricavato dalla nostra esperienza su quello che può essere considerato un CTR medio per le ads Meta.

Tutti i click: tra 1,6% e 2,10%

Click sul link: 0,80% e 1,2%

Ulteriori riferimenti

Ora sai come calcolare il CTR e far cliccare di più sulle tue ads. Pensiamo, però, che possano interessarti anche i nostri 5 consigli per creare inserzioni di retargeting su Meta che convertono (davvero). Vai all’articolo!

Quanto budget investire e come allocarlo nelle campagne Meta

Nel 2024 abbiamo oramai capito che investire nelle Meta Ads è fondamentale per promuovere la propria azienda.

Facebook e Instagram contano milioni di utenti unici, sono tra i social network più utilizzati in Italia e sono in costante crescita da diversi anni.

Ma la domanda che tutti ci facciamo, specialmente se non si è mai investito in inserzioni su Meta, è: quanto budget bisogna investire? Quanto serve spendere ogni mese per avere dei ritorni soddisfacenti?

Stabilire quanto budget allocare alle campagne è una sfida difficile e, purtroppo, non esiste una risposta univoca.

In questo articolo, però, vi lasciamo dei suggerimenti per stimare una spesa mensile ideale, in linea con i propri obiettivi, per le vostre Meta Ads.

1. Come definire gli obiettivi di marketing

Prima di decidere il budget da investire su Meta, è fondamentale avere chiari gli obiettivi della campagna pubblicitaria che vogliamo attivare.

Gli obiettivi possono essere vari, ma si possono raggruppare principalmente in tre macro-aree:

  • Brand Awareness: campagne mirate a far conoscere il brand a un ampio pubblico e/o aumentare l’interazione con i post;
  • Lead Generation: il loro scopo è ottenere informazioni di contatto (generalmente l’e-mail, il nome e il cognome) di potenziali clienti;
  • Conversioni: attiviamo campagne di conversione quando vogliamo incrementare, per esempio, le vendite sul sito web.

Definire chiaramente gli obiettivi che ci poniamo prima di investire ci aiuterà a determinare quale sarà il ritorno desiderato sull’ investimento e, di conseguenza, quanto siamo disposto a spendere per raggiungere tali obiettivi.

Una metrica fondamentale da tenere in considerazione, che cambia molto a seconda dell’obiettivo di campagna scelto, è il CPM, ovvero il costo per 1000 impression: più è “difficile” l’obiettivo (per esempio l’acquisto di un prodotto) maggiore sarà il CPM.

Per esempio, un e-commerce nel settore dei gioielli delle stime di CPM potrebbero essere queste:

  • Brand Awareness (visualizzazione video): €0,85
  • Lead Generation: €0,95
  • Conversione (acquisto): €2,70

Conoscere, quindi, l’obiettivo prima di stimare il budget è essenziale, poiché da ciò dipende anche il costo medio delle impression.

2. Come individuare l’ampiezza del pubblico target

Una volta stabiliti gli obiettivi, bisogna considerare il pubblico di riferimento che vogliamo andare a intercettare.

Conoscere la dimensione del pubblico target è essenziale per allocare correttamente il budget. In Ads Manager (la piattaforma per le inserzioni pubblicitarie di Meta) sono presenti strumenti avanzati di targeting, che ti permettono di indirizzare le campagne a segmenti specifici di utenti, scegliendo tra:

  • Demografia: età, genere, stato civile, ecc.
  • Geografia: localizzazione geografica del tuo target;
  • Interessi: hobby, passioni, argomenti di interesse, preferenze di acquisto;
  • Posizionamenti: Facebook o Instagram, Stories o Reel, Messanger, e così via.

Una volta compilati questi campi, Ads Manager ci dà una stima potenziale della nostra audience.

Per esempio, se selezioniamo utenti in Italia, di età compresa tra i 25 e i 55 anni, sia uomini sia donne, con interessi (molto generici in questo caso) “Viaggi” o specifici comportamenti come “Viaggiatori frequenti”, la stima finale sarà tra i 14,2 e i 16,7 milioni di utenti unici.

Ads Manager stima l'ampiezza di un pubblico molto ampio, in Italia, composto da utenti interessati ai viaggi o che sono viaggiatori frequenti
Ads Manager stima l’ampiezza di un pubblico molto ampio, in Italia, composto da utenti interessati ai viaggi o che sono viaggiatori frequenti

Questa viene considerata un audience molto ampia, quindi adatta a campagna con obiettivo di Awareness.

Se, invece, ipotizziamo di creare un pubblico personalizzato (custom audience) composta da tutti gli utenti che hanno visitato il sito negli ultimi 90 giorni, ma non sono mai atterrati su una pagina di checkout, la dimensione sarà molto più ridotta (tra i 553.000 e i 651.000 utenti unici nel caso dell’account pubblicitario preso in considerazione).

Ampiezza di un pubblico personalizzato di retargeting, composto da utenti che hanno visitato il sito web ma non hanno completato l'acquisto
Ampiezza di un pubblico personalizzato di retargeting, composto da utenti che hanno visitato il sito web ma non hanno completato l’acquisto

3. Perché creare un PAD per la definizione del budget

La creazione di un Piano Di Advertising (PAD), con una distinzione delle campagne per obiettivo, è l’ultimo step per la definizione finale del budget da investire su Meta.

Per esempio, per un e-commerce da poco sul mercato, un PAD ideale (e semplificato) potrebbe essere composto sia da campagne con obiettivi di Awareness sia da campagne con obiettivo di Conversione, quindi così composto:

  • Campagna a obiettivo Video Views, con un video di presentazione del brand su un pubblico ampio, a cui allochiamo il 30% del budget.
  • Campagna a obiettivo Lead generation, con Lead Ads nativi su Meta, per accrescere il numero di contatti nel CRM. Qui prevediamo di utilizzare circa il 20% dell’investimento.
  • Campagna a obiettivo conversione (acquisto), con foto statiche e/o inserzioni dinamiche (ovvero derivanti dal catalogo prodotti), su un pubblico che già conosce il brand. Per questa attività, molto importante, il budget da allocare può essere anche pari al 50% del totale investito.

Per stimare frequenza, CPM e impression in maniera più precisa, in quest’articolo trovi tutti i dettagli, con formule specifiche ed esempi pratici.

Un'idea di suddivisione del budget a seconda degli obiettivi di campagna su Meta
Un’idea di suddivisione del budget a seconda degli obiettivi di campagna su Meta

4. Come allocare il budget nelle campagne Meta Ads

Dopo aver creato un PAD ben strutturato, possiamo pensare a come gestire e suddividere il budget nelle nostre campagne su Meta.

Quanto budget allocare in campagne di Awareness

Trovandoci in una fase di Awareness, quindi con campagne con obiettivo di copertura, visualizzazioni video o ingaggio, non servirà un budget alto per far performare al meglio l’algoritmo.

Questo perché l’ottimizzazione avverrà attraverso indicatori semplici da ottenere (come la visualizzazione dei primi 3 secondi di un video o un like a un post), dunque più economici.

Inoltre, non saranno necessarie frequenze elevate – ovvero, non sarà necessario che un singolo utente veda molteplici volte una stessa inserzione per completare l’azione richiesta – per ottenere i risultati sperati.

Infine, avendo un ampio pubblico target di scelta e avendo obiettivi di campagna semplici, anche il CPM sarà alquanto economico.

Consigliamo, quindi, una spesa di almeno €1.000 al mese per avere dei risultati concreti (investire di meno porterebbe all’effetto “goccia nell’oceano”).

Quanto budget allocare in campagne di Consideration e Conversion

Secondo le linee guida Meta, invece, in una campagna di conversione (o di lead generation) l’algoritmo ha bisogno dalle 30 alle 50 conversioni a settimana per performare in maniera ottimale.

In questo caso le impressions, essendo una vendita sull’e-commerce molto più difficile da ottenere rispetto a una visualizzazione video di 3 secondi, saranno decisamente più costose (solitamente i CPM sono almeno 3 volte maggiori rispetto alle campagne di Awareness).

Consigliamo, quindi, una spesa calcolata per ottenere almeno 30 acquisti a settimana con un costo per acquisto realistico, per una spesa non inferiore ai €2.000/mese.

O, in alternativa, si possono utilizzare obiettivi più semplici da ottenere rispetto all’ acquisto finale, come “aggiunta al carrello” o “visualizzazione scheda prodotto”. In questo caso, consigliamo comunque una spesa non inferiore ai €1.500/mese.

5. Fasi di testing, monitoraggio e ottimizzazione delle campagne Meta

Il piano strategico (PAD) descritto nei paragrafi precedenti è solamente un’ipotesi di set up iniziale per cominciare a investire in campagne Meta Ads.

È essenziale fin dalla prima settimana adottare, però, un approccio di Test & Learn su tutte le campagne, che prevede il testing continuo di nuovi pubblici e creatività. Sarà così possibile ottimizzare il budget e massimizzare le conversioni.

Utilizza gli A/B test (che puoi trovare come strumento “ufficiale” anche all’interno di Ads Manager) per valutare quali annunci, messaggi e targeting funzionano meglio. Poi, analizza i risultati per vedere quali campagne offrono il miglior ritorno sull’investimento.

Molti settori sperimentano variazioni stagionali nella domanda; è, quindi, molto utile pianificare di conseguenza il budget pubblicitario per capitalizzare su questi picchi di domanda.

Per esempio, i negozi al dettaglio possono aumentare il budget durante il periodo natalizio, mentre le aziende del settore turistico potrebbero farlo durante le vacanze estive.

Infine, ricorda che il marketing digitale è un investimento a lungo termine: potrebbe essere necessario del tempo per vedere i risultati delle campagne. Occorre mantenere una visione a lungo termine e essere pazienti, continuare a investire nella promozione del brand e nel miglioramento delle strategie di marketing.

Conclusione

Stimare l’esatto budget per le campagne su Meta non è per nulla scontato: richiede una combinazione di analisi dei dati, comprensione del pubblico e degli obiettivi, sperimentazione e monitoraggio costante.

Ci auguriamo che questa guida riesca a dare delle indicazioni per un investimento ideale e massimizzare l’efficacia delle campagne pubblicitarie!

Ulteriori riferimenti

Lavori anche su Google o solo su Meta? Perché abbiamo scritto un articolo per rispondere alla stessa fatidica domanda sul budget da allocare sulle campagne di Google Ads!
Se, invece, sei proprio alle prime armi con il mondo dell’advertising, ti consigliamo prima di dare un’occhiata alla guida che trovi a questo link: perfetta per chi muove i suoi primi passi nel mondo delle Meta Ads.

Quanto budget serve (e come dividerlo) tra le tue campagne Google Ads?

Allocare correttamente il budget tra le varie campagne è uno degli obiettivi principali di ogni advertiser, per ottimizzare al meglio la spesa, abbassare i costi per acquisizione e ottenere, quindi, il miglior ritorno sull’investimento pubblicitario.

Ma come si fa? Cosa dobbiamo tenere in considerazione? Approfondiamo tutti i concetti, strategici e pratici, in questo articolo.

L’ecosistema Google e la sua importanza nel panorama digitale

Tutti sappiamo l’importanza di Google nel panorama digitale, soprattutto grazie al suo motore di ricerca, per il quale è stato sviluppato un algoritmo capace di fornire i risultati più pertinenti in relazione alle ricerche degli utenti, seguendo la mission stessa di Google, ovvero «organizzare le informazioni di tutto il mondo e renderle accessibili e utili a livello globale».

In questo modo, non solo è diventato nel tempo il motore di ricerca più utilizzato al mondo – ad aprile 2024 la sua quota di utilizzo globale è pari al 91% (fonte) – ma a oggi raccoglie 240B di revenue dalla propria piattaforma pubblicitaria, e che è, davanti a Meta – con cui si divide la torta – il più grande canale pubblicitario digitale.

Domanda diretta e domanda latente: le differenze tra Meta e Google Ads

Questo breve excursus sulla sua storia ci permette di capire uno dei concetti fondamentali sulla pubblicità su Google: la domanda diretta. Infatti, su Google – e in particolar modo sulla Search, che rimane il posizionamento più redditizio – gli utenti creano annunci pubblicitari allineati alle query che gli utenti inseriscono nella casella di ricerca.

Come sappiamo, se cerchiamo un qualsiasi prodotto sulla SERP (Search Engine Result Page, ovvero la pagina dei risultati di ricerca) appariranno diversi annunci per quell’esatto prodotto, oltre ai “classici” risultati non a pagamento. In questo modo, noi siamo direttamente esposti alla pubblicità e non solo, la nostra predisposizione mentale è incline a questo tipo di informazioni in quanto siamo in una fase di ricerca attiva.

Se parliamo di Meta, la domanda non è più diretta: diventa latente. Vediamo, infatti, in maniera passiva gli annunci nel nostro feed (escludiamo il retargeting per il momento): mentre vediamo le foto dei nostri amici, ci appare l’annuncio di un prodotto. In quel momento la nostra predisposizione è diversa: stiamo pensando ad altro, facendo altro, e vediamo qualcosa che interrompe il nostro “svago”. Ma se la pubblicità è ben targetizzata, ci saprà stimolare e coinvolgere.

Ora, sappiamo benissimo che i due universi si sposano a meraviglia e che entrambi i canali – soprattutto se fatti lavorare in sinergia – portano risultati significativi per gli advertiser. Quello che è importante capire è la diversa funzionalità dei canali, per come sono fatti, per come lavorano, per quello che trasmettono agli utenti e al target di riferimento.

Domanda diretta e domanda latente: le differenze tra Google Ads e Meta
Domanda diretta e domanda latente: le differenze tra Google Ads e Meta

Campagne e posizionamenti Google Ads dipendono dal tuo obiettivo di business

Ora, tornando al nocciolo della questione (ossia capire come allocare il budget nelle campagne Google), è necessario innanzitutto definire gli obiettivi che si vogliono raggiungere.

Se abbiamo un ecommerce, se vogliamo ottenere numerosi leads qualificati o se, ancora, siamo un’azienda e vogliamo aumentare la consapevolezza del nostro brand sul territorio: questi sono tutti obiettivi legittimi, ma che ovviamente presuppongono una specifica strategia!

Come sempre, prima partiamo dalla base, da un’idea di cosa vogliamo ottenere; da qui, poi, sceglieremo le campagne più opportune e i posizionamenti più indicati per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati.

I posizionamenti di Google Ads

Già… i posizionamenti di Google. Abbiamo parlato della Search, ma il motore di ricerca non è l’unico spazio in cui compaiono gli annunci pubblicitari.

Ci sono altri posizionamenti importanti, come la Rete Display, «un gruppo di oltre due milioni di siti web, video e app su cui pubblicare i tuoi annunci (…)». I siti della Rete Display coprono oltre il 90% degli utenti Internet di tutto il mondo (fonte).

Oppure YouTube, sempre più imprescindibile nella strategia digitale, capace di raggiungere gli utenti con elementi coinvolgenti, come video e Shorts.

Ovviamente non sono gli unici: Google Shopping, Gmail, Maps… ce ne sono altri, tutti differenti e con diversi modi per coinvolgere l’utente e portarlo a raggiungere le azioni che desideriamo.

I posizionamenti di Google Ads
I posizionamenti di Google Ads

Quindi, come allocare il budget tra le campagne Google Ads?

Mettendo assieme tutte queste informazioni, noi crediamo sia importante tener presenti un paio di situazioni per poter allocare il budget nel modo corretto (tenendo pur sempre a mente i propri obiettivi di business).

Brand / Unbranded

Una distinzione che facciamo in relazione alle campagne di ricerca, ossia quelle attività in cui si utilizzano delle query su Google per generare risultati pertinenti, è quella di suddividere le campagne in Brand e Unbranded.

Le campagne Brand, come è facile intuire, sono quelle che hanno all’interno della propria query di ricerca una parola che fa specifico riferimento al brand. Per esempio:

→ Apple MacBook, Apple MacBook Air, Apple iPad, Apple Iphone

Le campagne Unbranded, invece, prevedono chiavi di ricerca che sono strettamente correlate al nostro business e al settore di appartenenza, ma non contengono alcun riferimento alla nostra azienda. Per esempio, sempre riferendoci ad Apple:

→ computer portatili, tablet, smartphone

Le campagne Brand e Unbranded differiscono per le parole chiave utilizzate
Le campagne Brand e Unbranded differiscono per le parole chiave utilizzate

Ovviamente questa è solo una semplificazione di esempio (le chiavi qui sopra saranno spartite in varie campagne e gruppi di annunci), ma quello che conta è che tale suddivisione ci permette di lavorare meglio sul budget e, quindi, sul ROI.

Infatti, le campagne Brand avranno sicuramente un costo per acquisto inferiore, essendo ricerche che le persone fanno in maniera diretta e che, quindi, hanno già una predisposizione mentale all’acquisto.

Le Unbranded, invece, aiutano l’utente a trovare un prodotto (iPhone) che soddisfi un desiderio (smartphone): in questo caso, il CPA sarà maggiore, in quanto l’utente deve appena informarsi ed essere convinto che quel prodotto sia giusto per le sue necessità. Attraverso la pubblicità, poi, dovremo essere in grado di farci notare e creare un interesse verso il prodotto che l’utente sta ricercando.

È buona norma non eccedere troppo nella percentuale di spesa per le attività Brand (tra il 25% e il 35% circa), in quanto una parte delle ricerche verrà comunque intercettata dall’attività SEO e, di conseguenza, l’incrementalità di queste campagne Brand non è molto alta.

Tuttavia, questo è anche un aspetto che dipende molto sia dal comportamento degli utenti sia dallo scenario competitivo, per cui – come sempre – ogni situazione deve essere analizzata di per sé.

Upper Funnel / Lower Funnel

Quanto detto qui sopra implica anche un discorso di Funnel. Premesso che il customer journey oggi è particolarmente complicato (vi dice qualcosa l’espressione Messy Middle?), possiamo affermare che su Google:

  • le chiavi Brand appartengono maggiormente alla fine del funnel di vendita (Lower Funnel), dunque possono essere ricondotte alla fase di Decision,
  • mentre le chiavi Unbranded all’Upper Funnel, rientrando quindi nella sfera della Consideration.
Se in Upper Funnel vanno bene le chiavi Unbranded, per il Lower Funnel meglio usare quelle di Brand
Se in Upper Funnel vanno bene le chiavi Unbranded, per il Lower Funnel meglio usare quelle di Brand

E per quanto riguarda gli altri posizionamenti, oltre alla Search?

  • YouTube, facendo leva sui video, è sicuramente un posizionamento che strizza l’occhio alla parte alta del funnel. È, quindi, ideale per generare Awareness e per la considerazione del marchio o del prodotto.
  • Anche la Rete Display appartiene maggiormente all’Upper Funnel, perché aiuta gli utenti a scoprire nuovi prodotti e brand.

A meno che…

Retargeting / Prospecting

…non si lavori in retargeting, presentando messaggi pubblicitari a utenti che già sono venuti in contatto con noi e con i quali, magari, avevamo già instaurato una (anche primaria) relazione.

In questo caso, la nostra efficacia sarà maggiore e saremo in grado di ottenere migliori risultati rispetto a quando intercettiamo utenti “a freddo” (prospecting), sui quali dobbiamo appena far valere le nostre reason why di acquisto.

Il nostro consiglio è di non superare il 20% della spesa sulla fase di retargeting – in quanto il numero degli utenti da coinvolgere nuovamente non sarà mai così ampio – e lasciare l’80% alla fase di prospecting.

Un consiglio per la suddivisione del budget tra prospecting e retargeting
Un consiglio per la suddivisione del budget tra prospecting e retargeting

Conclusioni

Pertanto, la decisione su dove allocare il budget nelle campagne Google dipende da numerosi fattori e non può che essere un lavoro soggettivo per l’advertiser.

Prima di tutto, bisogna tener presente l’obiettivo, che deve essere sempre la nostra stella polare nelle decisioni di marketing. Solo così possiamo capire quali sono le campagne maggiormente adatte (Search? Video? PMax?) a raggiungere le nostre finalità.

Poi, è importante capire quanto riusciamo a spendere, in base alla competitività del settore e alle dimensioni delle audience (che in Search dipendono dai volumi di ricerca).

Infine, dobbiamo ricordarci che esistono:

  • campagne Brand e Unbranded;
  • fasi Upper Funnel e Lower Funnel;
  • utenti nuovi (prospecting) o precedentemente ingaggiati (retargeting).

Ogni persona vive la quotidianità in un’ottica multicanale, nella quale ciascun touchpoint ha le proprie peculiarità, e un’esposizione diversificata rafforza il messaggio di ognuno.
Come degli chef, solo riuscendo a mescolare con sapienza questi ingredienti, saremo in grado di creare il piatto più saporito, che possa fornirci i risultati auspicati.

Ulteriori riferimenti

Se ti interessa capire meglio come suddividere i tuoi investimenti pubblicitari tra tutti i canali di digital marketing, ti consigliamo questo nostro articolo!