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Lazzari: Facebook marketing e dell’agire sulla frontiera

Margherita Regeni

26 Settembre 2016

Lazzari è un marchio italiano di abbigliamento che non abbiamo alcuna remora a definire “di culto”. Perché ha una community molto coesa di affezionate, perché fa scelte ben precise di posizionamento e stile, perché nelle etichette non trovate scritto Made in italy, ma Fatto con cura, in Italia.

Lazzari significa un centro produttivo in quel di San Bonifacio, a Verona, quattro negozi fisici sempre nel nordest e uno store online.

Questo è un video, in cui il gatto Luigi, vi porta a spasso per l’azienda e vi racconta, a modo suo, cosa fa Lazzari.

Lazzari e la domanda latente

Fino alla seconda metà del 2015, Lazzari non aveva mai affrontato Facebook Ads se non con alcune sponsorizzazioni di post. Però la situazione di partenza è la classica situazione ideale per cominciare a lavorare bene con FB Ads:

  1. ottimo numero di fan;
  2. altissimi numeri di visibilità organica dei contenuti (in un periodo in cui Facebook tende a ridurre pesantemente l’awareness “gratis” delle pagine);
  3. alto livello di ingaggio con la base dei fan.

Insieme al cliente e ad Alessia Marchioro, responsabile marketing di Lazzari, abbiamo cominciato a costruire una strategia per testare la reazione del pubblico di Lazzari alle campagne sul social network più frequentato al mondo.

Cosa abbiamo fatto?

Abbiamo ragionato su una strategia tripartita:

  • promozione del contenuto, puntando molto sulla bellezza dell’immaginario visuale di Lazzari, alzando da un lato il tasso di ingaggio con la pagina e aumentando di molto il traffico al sito web;
  • campagne di conversione “a freddo”, ovvero data l’alta qualità del prodotto e, perché no, dato il grande hype attorno al marchio, abbiamo provato a far acquistare i capi Lazzari anche a chi il marchio proprio non lo conosce;
  • remarketing spinto verso gli utenti del sito web, verso chi mette un prodotto nel carrello ma non lo acquista, verso chi vede un video Lazzari, verso chi ingaggia con i contenuti della pagina.

Ma soprattutto, per Lazzari, abbiamo sempre agito “sulla frontiera”, come spesso ci piace definirla, qui a Noiza.
La “frontiera” per noi è il testing spinto di tutte le nuove features messe a disposizione di Facebook, nuovi strumenti di advertising, nuove possibilità visuali.

I risultati

La nostra unità di misura preferita è il ROAS, ovvero il Return on Advertising Spending, ovvero quanto ci ha fruttato il nostro investimento in advertising.

A casa Lazzari il ROAS è del 600%.

Approfondimenti

A Lazzari abbiamo dedicato anche una case history: la trovi qui.

È più recente e ti anticipiamo subito che il Roas in quest’altro articolo raggiunge il valore di 1130% 😉

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