Il Festival di Sanremo non è solo un evento musicale, ma anche un fenomeno pubblicitario e social di enorme portata. Con l’addio di Amadeus e l’arrivo di Carlo Conti alla conduzione, in molti si sono chiesti se il Festival avrebbe saputo mantenere la sua capacità di attrarre pubblico e investimenti pubblicitari, e finalmente abbiamo la risposta dal punto di vista pubblicitario: i dati parlano chiaro, Sanremo continua a crescere senza sosta, sia in termini di interazioni sui social che di investimenti pubblicitari.
L’ascesa di Sanremo sui social media
Sanremo 2024 ha segnato il record di engagement per un evento televisivo in Italia, totalizzando 356 milioni di interazioni (+76% rispetto al 2023), di cui circa la metà solo su TikTok. Il profilo TikTok ufficiale di Sanremo ha visto una crescita fortissima negli ultimi mesi, arrivando oggi a 633k follower, dato davvero impressionante se consideriamo che era a 240k follower al termine della scorsa edizione. E il Fantasanremo, con oltre 4 milioni di squadre registrate nel 2024, ha ulteriormente amplificato il buzz online, contribuendo a rendere l’evento ancora più virale.
Nonostante la crescita generale, il sentiment su YouTube è stato meno positivo rispetto ad altre piattaforme, a dimostrazione di una diversificazione nelle preferenze del pubblico.
I tre artisti che hanno guadagnato più follower dall’annuncio della loro partecipazione all’edizione 2025 sono Olly (+110k), Tony Effe e Irama (+100k). Tuttavia, rispetto al 2024, questa edizione si annuncia leggermente meno social, con una diminuzione nella base di partenza dei follower degli artisti in gara. E questo al netto della presenza di Fedez, un vero peso massimo di Instagram coi suoi 13,8 milioni di follower.
I profili social ufficiali del Festival di Sanremo e di Fedez
Questo dato potrebbe indicare una segmentazione diversa del pubblico in target, coerente con l’innalzamento dell’età media degli artisti in gara, salita a 37 anni. Pare che Sanremo abbia dato per vinta la battaglia per l’attenzione della Gen Z, e abbia deciso di riaprirsi maggiormente a pubblici come Millennial e Gen X.
Età media degli artisti in gara al Festival di Sanremo, dal 2010 al 2025
L’orientamento leggermente più trasversale rispetto all’edizione 24 pare confermato dai fortissimi numeri degli artisti presenti in gara su Spotify – piattaforma meno polarizzata demograficamente – con una line-up dominata da artisti che superano il milione di ascoltatori mensili, guidati da Tony Effe, Rose Villain, Bresh e Guè.
Ultima conferma della forte vocazione social di Sanremo sta nell’annuncio di Bazr come uno degli sponsor dell’evento: si tratta di una piattaforma di social commerce basata su creator e influencer, per cui il palco dell’Ariston sarà proprio il megafono che supporterà il lancio ufficiale della piattaforma.
Investimenti pubblicitari e sponsor
Parlando di sponsor, i numeri pubblicitari di Sanremo parlano di una crescita costante: l’investimento pubblicitario per l’edizione 2025 è stimato a 67 milioni di euro, in aumento del 12% rispetto ai 60 milioni del 2024. Il costo di uno spot in prima serata ha ormai superato i 136.000 euro, evidenziando quanto sia ancora fortemente attrattivo per i brand.
Entrate pubblicitarie del Festival di Sanremo per anno, dal 2018 al 2025Costi per passaggi pubblicitari per l’edizione 2024 del Festival di Sanremo
Tra gli sponsor di quest’anno troviamo nomi importanti come Zalando, Generali, Eni, Coca Cola, Novi, Costa Crociere, Tim e Veralab. Da segnalare anche Perlana, nuovo main sponsor del FantaSanremo. Mentre escono dagli sponsor Poltrone Sofà e Sephora.
Sanremo 2025: riuscirà a replicare il successo?
Nonostante il cambio alla conduzione e un innalzamento dell’età media degli artisti in gara, il festival si appresta a confermarsi un evento mediatico di primo piano. La grande popolarità degli artisti e il supporto di piattaforme come TikTok e Spotify suggeriscono che Sanremo continuerà a dominare la scena musicale e pubblicitaria anche nel 2025: non a caso, nel 2024 il 57% dei brani in gara è entrato nella Top 100 dei singoli più venduti dell’anno, con 7 canzoni nella Top 20 annuale.
Sanremo rimane, quindi, un evento irrinunciabile per i brand che vogliono posizionarsi davanti a milioni di spettatori, cavalcando il trend del momento tra social media e advertising televisivo.
Il mondo del digital marketing si basa su dati e numeri.
Eppure, molte aziende continuano a investire budget anche molto importanti senza un framework chiaro per interpretarli.
Come agenzia, abbiamo accompagnato organizzazioni di ogni dimensione nel loro percorso verso una cultura del dato. Se per le realtà più piccole la sfida spesso è quella di iniziare a misurare, per quelle più mature l’errore comune non è “non misurare”, quanto voler misurare e valutare tutto.
Sfortunatamente, avere il proprio focus su tutto non è molto differente da non averlo su nulla: senza un fulcro preciso della propria attenzione, ci si ritrova a gestire un mare di dati, senza che ci sia una visione d’insieme coerente, e soprattutto senza che dai dati e dai numeri misurati emerga un chiaro piano d’azione.
Da CMO potresti avere tante domande:
“Com’è il trend del tempo trascorso sul sito?”
“Come vanno le iscrizioni alla newsletter?”
“Come performano le campagne Google Ads rispetto all’anno scorso?”
Ma senza una struttura nella quale far rientrare le risposte a queste domande, tutto ciò che otterrai saranno altre domande: su quali aree devi intervenire? E a quale attività devi dare priorità in termini di attenzione e di budget?
Risultato? Budget investiti senza sapere se hanno contribuito al successo, poca chiarezza sulle priorità su cui concentrarsi, stress alle stelle.
Per questo, secondo noi qualsiasi investimento significativo in attività di marketing oggi non può prescindere dallo sviluppo di un Measurement Plan.
Cosa si intende per Measurement Plan?
Il Measurement Plan è il sistema di controllo necessario per qualsiasi strategia digitale efficace. Definisce in anticipo cosa è importante per il business, cosa misurare e da dove prendere quel dato in modo affidabile. Diventa la bussola che indirizza ogni azione, assicurando che ogni mossa sia un tassello coerente della strategia complessiva, evitando sprechi e aiutando a individuare le azioni più importanti da intraprendere.
È la pietra angolare di un approccio data-driven, che ti consente di evitare azioni inutili o addirittura dannose. In concreto, definisce:
quali sono gli obiettivi misurabili di business e marketing che l’organizzazione vuole raggiungere (es. aumento delle vendite del 20%, 50.000 nuovi lead qualificati nell’anno, ecc.);
i Key Performance Indicator specifici per tenere traccia dei progressi verso questi obiettivi (es. tasso di conversione sito, costo per acquisizione, ROAS, ecc.);
le metrichee le dimensioni da analizzare per ogni KPI (es. conversioni per canale, dispositivo, fascia d’età, ecc.);
la fonte dati primaria considerata più affidabile per ciascun KPI (es. Fatturato → Backend E-commerce; Leads → CRM; Sessioni Utente → Web Analytics);
i processi di monitoraggio, con cadenza di reportistica e di revisione dei target.
Avere tutte queste componenti raccolte all’interno di un unico documento programmatico rende il Measurement Plan la base per un marketing digitale performante.
L’importanza di un approccio strutturato
Senza una visione d’insieme chiara e obiettiva, è facile commettere errori: uno molto comune è quello di definire obiettivi in competizione tra loro.
Per esempio, ci siamo confrontati più di qualche volta con aziende i cui obiettivi prevedevano contemporaneamente di accrescere il numero di nuovi clienti, tramite un aumento della spesa pubblicitaria, e di migliorare anche il conversion rate del sito. Tuttavia, normalmente i tassi di conversione si abbassano man mano che raggiungiamo un numero sempre maggiore di utenti che sono realmente nuovi per il brand, in quanto questi utenti necessitano di più tempo e sessioni per convincersi a convertire.
Quando gli obiettivi vengono definiti bene, queste tensioni ideali vengono meno: se l’obiettivo è accrescere la propria quota di mercato e quindi aumentare il fatturato e il numero di nuovi clienti, il focus sarà sul NCAC (costo di acquisizione di un nuovo cliente), e NON sul conversion rate.
Sapendo che possiamo evitare di concentrarci sul tasso di conversione — in quanto ci aspettiamo che questo cali — saremo liberi di concentrarci sulla metrica che porta realmente crescita, senza essere distratti da metriche a cui non dobbiamo prestare eccessiva attenzione, quantomeno a livello aggregato.
Un altro errore comune è quello di definire degli obiettivi senza delle azioni a supporto del raggiungimento degli stessi: ci siamo trovati a discutere con organizzazioni che avevano un focus totale su CRO e UX, ma che si stupivano se il traffico al sito non cresceva a parità di investimenti pubblicitari.
Un piano di misurazione aiuta a individuare il bilanciamento corretto tra le leve pubblicitarie, di retention e di UX, misurando puntualmente l’impatto di ogni iniziativa per una strategia digitale integrata ed efficiente. E soprattutto, permette di distinguere con chiarezza segnale e rumore nei dati, evitando di basare decisioni su insight fuorvianti.
Per esempio: il tuo obiettivo è quello di aumentare i contatti qualificati (MQL) che arrivano dal sito. Noti che sta diminuendo il tempo medio trascorso sul sito. Se a fronte di questo vedi dei miglioramenti in termini di contatti acquisiti, potresti decidere di ignorare questa metrica ed etichettarla, almeno temporaneamente, come “rumore”.
Se invece vedi che questa metrica cala assieme agli MQL (la tua stella polare), potresti decidere di intervenire, magari cambiando il targeting delle tue campagne pubblicitarie, o lavorando sul contenuto della tua landing page.
Oppure potresti notare che al calo dei returning user sul tuo sito si accompagna un calo di transazioni e di entrate, e scegliere di intervenire intervenendo sulle tue campagne di retargeting.
Senza un piano di misurazione strutturato, questi insight rimarrebbero sommersi dal “rumore” dei dati grezzi. Con un Measurement Plan, invece, acquisisci la capacità di riconoscere prontamente i trend significativi e agire di conseguenza.
Inoltre, un piano di misurazione completo ti permette anche di pianificare l’uso di strumenti come Lift Studies (per validare l’effettivo impatto incrementale delle tue attività) o MMM (per valutare l’impatto dei diversi canali nel tempo) all’interno della tua misurazione, per raggiungere il massimo della chiarezza possibile nell’ecosistema frammentato in cui viviamo.
Come sviluppare un Measurement Plan
La realizzazione di un Measurement Plan efficace prevede alcuni step fondamentali.
1. Definizione obiettivi business
Il punto di partenza è definire con chiarezza gli obiettivi di business della tua organizzazione. Questa prima parte, apparentemente semplicissima, deve essere svolta assieme a chi controlla “i cordoni della borsa”, quindi CFO, owner, o board dell’organizzazione, per far sì che tutta l’organizzazione sia allineata.
2. Definizione degli obiettivi di marketing
Una volta ottenuti gli obiettivi di business, chi si occupa di marketing deve tradurre i macro–obiettivi di business in obiettivi di marketing precisi, rendendoli misurabili.
3. Definizione delle azioni di marketing
A supporto di ciascun obiettivo di marketing verranno definite delle azioni, tenendo in considerazioni eventuali “tensioni ideali” e potenziali sinergie.
4. Identificazione di data source, KPI e dimensioni
A partire dagli obiettivi di marketing, andranno poi identificate le data source corrette (per esempio Klaviyo per la newsletter, Shopify per i dati di vendita, Meta Ads per i dati delle campagne social, GA4 per il traffico del sito, e così via) e i Key Performance Indicator più pertinenti per tenerne traccia nel modo corretto.
Ma non è tutto, perché dovrai:
identificare le azioni specifiche che ti permetteranno di far muovere quei KPI nella direzione desiderata (es. ottimizzazioni tecniche, test di campagne, ideazione di nuovi contenuti, ecc.);
definire i cluster e segmenti di utenti/clienti che andrai a valutare per ciascun KPI (es. nuovi vs esistenti, per canale di acquisizione, per località, ecc.);
impostare dei target precisi e misurabili per ogni metrica, in modo da poter valutare chiaramente cosa rappresenta un successo e quali attività invece necessitano di essere riviste, in quanto non stanno portando i risultati desiderati.
5. Definizione dei target
Partendo dai benchmark misurati nel passato recente (usando per esempio i dati dell’anno precedente) e ipotizzando l’impatto delle azioni di marketing che verranno messe in campo, verranno definiti dei target per l’anno successivo.
6. Setup tracciamento
Dovranno, quindi, essere implementati tutti gli strumenti tecnici necessari per il tracciamento: da sistemi di tag management all’integrazione di piattaforme pubblicitarie, analytics, CRM e così via.
7. Processi di reportistica e ottimizzazione
Verrà definita una reportistica settimanale che permetterà una costante ottimizzazione basata sui dati raccolti.
Idealmente, vorremmo portare tutte le fonti dati all’interno di uno strumento di Business Intelligence (come Looker Studio, Power BI, Tableau, Qlik, Domo, e simili) e importare le metriche e dimensioni che abbiamo definito come rilevanti nel punto 3 di questo processo.
Seguendo questi passaggi avrai un Measurement Plan completo, con obiettivi chiari, metriche mirate, piani d’azione definiti per influenzare ciascun KPI e target prestabiliti per valutare i tuoi risultati.
Un esempio di measurement plan per un ecommerce monomarca B2C. Formato originale
Un esempio?
Supponiamo di voler aumentare il fatturato (+10% transazioni) di un e-commerce B2C senza impattare sul margine (obiettivo di business), incrementando il budget paid (+25% su Meta/Google) per aumentare carrelli e acquisti (obiettivo marketing/azione).
Monitoreremo le performance delle campagne dividendole per canale di acquisizione e per cluster di utenti.
Come lo misuriamo efficacemente?
Fatturato e transazioni (+10%): prendiamo i dati dal backend e-commerce (es. Shopify). Questa è la source of truth.
Spesa pubblicitaria (+25%), Impression, Click: dati importati da Google Ads e Meta Ads.
CPA, nCAC, MER: calcolati all’interno dello strumento di BI, combinando i dati affidabili di costo (da Ads), fatturato (da e-commerce) e potenzialmente dati sui nuovi clienti (da e-commerce o CRM).
Queste ultime metriche diventeranno le bussole che guideranno:
i nostri test di campagne e creatività pubblicitarie;
l’ottimizzazione degli ambienti di atterraggio per massimizzare i tassi di conversione;
il perfezionamento delle strategie di targeting e la scelta degli obiettivi di campagna.
Saremo disponibili ad accettare un calo di conversion rate del sito, perché sappiamo che stiamo andando a cercare nuovi prospect per esporli al nostro brand – quindi non integreremo questa metrica nelle nostre dashboard.
E non reagiremo eccessivamente se il ROAS di un canale cala, a patto che il rapporto tra fatturato e spesa media totale (MER) tenga e, soprattutto, che si stiano raggiungendo gli obiettivi prefissati.
Per confermare che entrambi i canali stiano effettivamente generando vendite incrementali — e non solo spostando conversioni che sarebbero avvenute comunque! — potremmo anche ipotizzare di realizzare dei Conversion Lift Studies, così da rivalutare l’allocazione del budget e l’eventuale impatto sul MER.
L’implementazione è fondamentale
Uno dei passaggi chiave per un Measurement Plan efficace è la sua corretta implementazione tecnica: dobbiamo misurare correttamente ciò che accade sul nostro sito. Sembra una banalità, ma non lo è. Questo porta allo sviluppo di un Tag Implementation Plan per tracciare in modo coerente tutti i touchpoint del percorso di conversione, e per configurare successivamente gli strumenti di analytics.
Ma affidarsi unicamente alle piattaforme di web analytics presenta delle sfide intrinseche che possono limitare l’accuratezza e la completezza della nostra misurazione:
restrizioni tecniche: limitazioni sui cookie (third-party e first-party), normative privacy (GDPR), crescente uso di ad-blocker e browser con protezioni anti-tracciamento possono portare a dati incompleti;
visibilità parziale: la web analytics fatica a tracciare l’intero percorso del cliente, specialmente eventi offline, resi, rimborsi, margini di prodotto o l’evoluzione di un lead nel CRM B2B.
Per ottenere una visione completa e affidabile, è quindi essenziale integrare i dati dalle loro fonti native, dove l’informazione è più diretta e accurata.
Un approccio integrato di questo tipo garantisce accuratezza, in quanto i KPI critici sono basati su dati di prima parte, e resilienza, in quanto si minimizza l’impatto della fragilità dei tracciamenti client-side che si effettuano nei browser.
Un processo continuo, non un punto di arrivo
Realizzare un Measurement Plan richiede impegno, ma è solo l’inizio. La sua piena valorizzazione arriva attraverso una gestione costante e dinamica:
revisione periodica di KPI e obiettivi in base all’evoluzione del business;
analisi approfondita e continuativa dei dati e identificazione di tendenze;
ottimizzazioni e sperimentazioni per migliorare performance e risultati.
Solo con questo approccio progressivo si ottiene un quadro limpido e sempre aggiornato dell’impatto delle proprie strategie, prendendo decisioni data–driven.
Conclusione? Metti il Measurement Plan al centro!
Un’ultima considerazione importante: tradurre il vostro Measurement Plan all’interno della vostra piattaforma di web analytics, come GA4, è senza dubbio il primo passo corretto verso un approccio data–driven al marketing digitale.
Molti dei KPI del vostro Measurement Plan possono essere portati in GA4 e analizzati tramite esplorazioni o semplici dashboard Looker Studio, per rendere facilmente accessibile la visualizzazione di questi dati ai C–Level della vostra organizzazione.
Questi due esempi realizzati assieme a dei nostri clienti:
La dashboard che il dipartimento marketing Pratic utilizza per tenere monitorato il progresso nelle dimensioni più rilevanti per il business. Formato originaleUn esempio di esplorazione custom in GA4 per analizzare entrate e AOV per Cluster e Canale. Formato originale
Ma i dati raccolti dal piattaforme come GA4 si basano su tecniche di tracciamento che rischiano di diventare obsolete nel tempo, come i cookie di terza parte. Per questo, per una misurazione davvero affidabile e futureproof, l’implementazione più efficace oggi di un Measurement Plan si realizza attraverso l’integrazione ragionata delle fonti dati più affidabili all’interno di uno strumento di Business Intelligence.
Questo approccio permette di usare la piattaforma di web analytics (come GA4) per ciò che sa fare meglio — analizzare il comportamento sul sito degli utenti — integrandola però con i dati operativi e finanziari provenienti dalle rispettive fonti native (e-commerce, CRM, Ads, ERP…).
GA4 resta un input prezioso per comprendere il come e il perché del comportamento utente, ma la “verità” sui KPI di business più critici (fatturato, profitto, costi reali) risiede nelle piattaforme dove questi vengono registrati nativamente. Utilizzare uno strumento di BI per centralizzare queste informazioni non è un’opzione avanzata, ma la base per decisioni data-driven solide e affidabili adesso.
Inoltre, integrare nel processo di analisi metodologie come Lift Studies e MMM permette di validare l’impatto causale delle strategie definite nel Measurement Plan e ottimizzare l’allocazione del budget con ancora maggiore confidenza, andando oltre la semplice correlazione.
Vuoi un aiuto a pianificare il tuo measurement plan? Contattaci!
[AGGIORNAMENTO: Questa posizione è attualmente chiusa, e per questa ragione nuove candidature non verranno prese in considerazione]
Stiamo cercando uno/a Stagista Digital Marketer per la nostra sede di Trieste.
Che caratteristiche deve avere?
Ottime capacità di comunicazione verbale e scritta, nonché capacità di rispondere adeguatamente via email.
Competenze base in ambito digital: dimestichezza sui principali social network come Facebook, Instagram, TikTok e LinkedIn, conoscenza del funzionamento di un motore di ricerca.
Competenze base della suite Office (Word, Excel, Powerpoint) o di quella Google for Business (Google Docs, Google Sheets, Google Presentations).
Conoscenza della lingua inglese almeno al livello B1.
Voglia di lavorare in team, capacità di imparare, proattività.
Punti bonus per chi ha:
Una laurea in marketing, comunicazione, o materie attinenti.
Esperienza in qualche piccolo progetto, anche personale, in ambito digital. In caso fosse così, segnalacelo nel tuo CV, così da conoscerti meglio.
Dettagli dello stage
Trattandosi di un percorso di stage, questa posizione sarà a contatto con progetti di diverse aree del team Noiza, dal content all’advertising.
Offriamo un rimborso spese di 600€ al mese, oltre ad altri benefit come un piano di formazione continua.
La durata dello stage è di 6 mesi.
Noiza è un ambiente di lavoro inclusivo, rispettoso e professionale, pur mantenendo un’identità informale.
Cerchiamo una persona che entri a far parte del nostro team che ha sede a Trieste: l’internship sarà in presenza al 100%.
Come candidarsi
Per candidarti, compila il form che trovi al link di seguito:
[AGGIORNAMENTO: Questa posizione è attualmente chiusa, e per questa ragione nuove candidature non verranno prese in considerazione]
Stiamo cercando un/una digital advertiser!
Che caratteristiche deve avere?
In primis, mentalità analitica e passione per i numeri.
Conoscenza di buon livello di almeno una delle piattaforme pubblicitarie di Meta e Google, e conoscenza di livello base dell’altra.
Conoscenza intermedia di Google Analytics 4, e capacità di valutare l’impatto delle campagne pubblicitarie su questa piattaforma.
Competenze intermedie di Google Sheets e Google Slides, o di Microsoft Excel e Powerpoint.
Capacità di scrivere report chiari e incisivi, estraendo informazioni e insight rilevanti dai dati.
Capacità di relazionarsicon i clienti in maniera adeguata, sia via mail che in call.
Conoscenza della lingua inglese almeno al livello B1.
Punti bonus per chi:
ha esperienza anche su altre piattaforme (TikTok, LinkedIn, etc)
ha capacità di copywriting ed è in grado di scrivere testi persuasivi adatti al canale di pubblicazione
ha competenze base di Looker Studio
ha un titolo di studio in comunicazione o marketing
Noiza è un ambiente di lavoro inclusivo, rispettoso e professionale, pur mantenendo un’identità informale.
Offriamo una RAL commisurata all’esperienza del candidato, oltre ad altri benefit come: un programma di welfare aziendale, gli strumenti necessari a svolgere il lavoro, e un piano di formazione continua che si articola in workshop di formazione interna ai quali si affianca un budget individuale che può essere usato in autonomia per acquistare corsi, libri e accesso a eventi formativi e conferenze.
Stiamo cercando una persona che entri a far parte del nostro team che ha sede a Trieste: per chi è residente in regione FVG, il lavoro potrà essere svolto in maniera ibrida, in parte in presenza e in parte in smart working (50% o 40% a seconda della provincia di residenza). Valutiamo candidature anche di non residenti, sempre con la formula del lavoro ibrido, ma con pesi da discutere in fase di colloquio.
Per candidarti, compila il form che trovi al link di seguito:
Facebook recentemente ha effettuato un aggiornamento dell’algoritmo con l’obiettivo di rendere prioritari i contenuti pubblicati da “amici e parenti”. Una news apparentemente innocua, ma con delle importanti implicazioni per chi usa le inserzioni di Facebook come strumento di business. Un newsfeed con più contenuti personali significa un newsfeed con meno impression organiche disponibili per le pagine, e di conseguenza un prevedibile incremento della competizione in advertising per mantenere costanti i livelli attuali di presenza su FB da parte dei brand. Il tutto senza neanche considerare il fatto che la competizione su Facebook cresce ogni anno.
Insomma, è chiaro che per rimanere competitivi oggi sia assolutamente necessaria una strategia di Facebook advertising solida e data driven, guidata cioè dai numeri piuttosto che da consuetudini o da decisioni prese “di pancia”.
Una volta che è chiaro il ruolo di Facebook nel marketing mix della tua azienda e sono state definite le fasi del marketing funnel che si vogliono influenzare, è necessario entrare nel dettaglio e capire come è messo al momento il tuo account di inserzioni Facebook nelle sue componenti fondamentali: integrazioni tecniche, performance dei pubblici e degli annunci.
Solo una volta fatta questa analisi preliminare potremo andare a pianificare una strategia rivolta all’ottenimento dei tuoi obiettivi basandoci su questi dati.
Ma andiamo con ordine!
1. Verifica il funzionamento del Facebook Pixel e il tracciamento degli eventi
La prima cosa da fare nell’analizzare un account di inserzioni Facebook è assicurarsi che il Facebook Pixel sia installato correttamente e gli eventi da tracciare fondamentali per il tuo business – acquisti effettuati, contatti acquisiti – siano configurati correttamente e che le variabili (come il prezzo nel caso di un acquisto) siano passate al pixel. Tecnicamente, puoi farlo tramite uno strumento come il Pixel Helper per Chrome.
Una volta installato, il Facebook Pixel Helper aiuterà a capire quali eventi triggerano sul sito
Se l’account da analizzare è di un e-commerce, verifica che esista un Product Catalog e che questo sia alimentato correttamente da un product feed e che sia agganciato al Facebook Pixel così da tracciare gli eventi legati alla vendita dei prodotti del catalogo.
Qualora il pixel non fosse installato, allora sicuramente questo è la prima modifica da implementare. Puoi richiedere la sua installazione da parte di uno sviluppatore, utilizzare un plugin per il CMS del tuo sito o utilizzare una delle integrazioni native realizzate da Facebook.
2. Analizza le tue Audience
Prima di analizzare le performance delle audience utilizzate nell’account di inserzioni, ti consigliamo di utilizzare Audience Insights per dare una occhiata in profondità a:
i tuoi acquirenti o gli utenti che hanno convertito
i visitatori del tuo sito
i tuoi fan
alle persone che rientrano nelle coorti che stai targettando
Ricordati che Facebook è una piattaforma che eccelle nel far emergere e valorizzare la domanda latente (come ad esempio abbiamo fatto con Lazzari), quindi fare una valutazione di questo tipo per individuare le caratteristiche dei “tuoi” utenti e capire quanto sono allineate dal punto di vista comportamentale rispetto agli utenti che stai raggiungendo.
Una volta fatto questo, dovremo anche analizzare le performance delle differenti tipologie di audience all’interno dell’account di inserzioni Facebook.
Come performano le diverse tipologie di lookalike? Come performano le audience basate su interessi? Come performano le custom audience di remarketing?
I KPI che andremo ad analizzare varieranno a seconda del ruolo di Facebook nel processo di marketing aziendale: nella maggior parte dei casi, saranno metriche molto concrete come vendite totali, fatturato e ROAS, o contatti acquisiti e CPA, ma in alcuni casi le metriche saranno differenti, come il CPM, o l’Engagement rate, se non addirittura dei KPI custom.
Ogni azienda è un mondo a sé, e l’approccio analitico deve essere calato quindi sulle specificità del caso.
Tecnicamente, per farlo è necessario che siano state adoperate delle convenzioni di naming coerenti all’interno dell’account di inserzioni Facebook. Qualora non fosse stato fatto, il primo step da fare è quello di rinominare le campagne esistenti in maniera consistente, esplicitando nel nome della campagna la tipologia di audience e il placement dell’ad set.
Una volta che abbiamo dei dati omogenei, possiamo usare i filtri di Ads Manager per effettuare le nostre analisi: selezionando esclusivamente tutte le audience di una tipologia e successivamente esportando i dati aggregati che andremo a importare in un foglio Excel o in un Google Spreadsheet.
Alcuni dei filtri di Ads Manager, utili per le nostre analisi
3. Analizza le creatività e i placement delle tue inserzioni Facebook
Se un impianto strategico è necessario per far sì che si possano ottenere risultati concreti con Facebook advertising, lo stesso non è sufficiente se le creatività non sono all’altezza. Una campagna può passare da ROI positivo a negativo semplicemente cambiando creatività! Quindi non sottovalutare l’impatto delle inserzioni.
Per analizzare la performance delle tue creatività, noi utilizziamo in primis un approccio aggregato per verificare la performance delle varie tipologie di inserzione, per identificare quale tipologia tra le tante messe a disposizione da Facebook performa meglio per quell’account: video, i link post, i canvas etc etc
Successivamente, sempre a livello aggregato cerchiamo di definire quale tipo di soggetto funziona meglio: di prodotto, lifestyle, testimonial etc.
Esempi di creatività per delle inserzioni Facebook realizzate per Lazzari
Infine, cerchiamo se possibile di fare una verifica anche sui copy per individuare se esiste una tipologia di stile creativo che risuona maggiormente con i nostri utenti.
La tecnica per farlo è sempre la stessa: mi sposto al livello delle inserzioni e uso un filtro per estrarre solamente i dati della tipologia che voglio analizzare. Poi esporto i dati e li carico nel mio foglio Excel o Google Spreadsheet, che userò per analizzare le performance delle differenti tipologie analizzate.
Una volta fatto questo, passiamo ad analizzare i dati per placement, per capire se esiste qualche posizionamento al quale dovremmo allocare una porzione maggiore di budget, o se esiste un posizionamento che dovremmo escludere dai nostri sforzi comunicativi.
Sembrerà ovvio, ma generare iscritti per un evento a tema “Business Intelligence e Data Warehousing” o portare degli utenti di Facebook a giocare con una Slot Machine online dobbiamo agire su percorsi persuasivi di tipo differente, che richiedono risorse attentive di tipo differente, e che quindi possono essere più adatte a un placement rispetto ad un altro.
Per farlo, questa volta basterà usare i Breakdown di Facebook prima di esportare i dati.
I breakdown disponibili per l’analisi di campagne, pubblici e inserzioni su Ads Manager
Insomma, quando qualcuno viene da voi e vi dice che “le immagini lifestyle performano meglio delle immagini di e-commerce”, chiedetegli un report che confermi questa affermazione!
Questa tipologia di analisi è fondamentale per decidere come orientare i propri sforzi creativi in maniera tale che questi siano funzionali alle inserzioni che andremo a realizzare.
Tirando le somme, analizzare l’andamento di un account di inserzioni Facebook è un processo che richiede un certo investimento di tempo e di attenzione – e considera che non siamo neanche entrati nella tematica delle finestre di attribuzione per analizzare la qualità delle conversioni! – ma questo investimento di tempo iniziale si ripaga abbondantemente nel tempo, in quanto ci permette di individuare le “leve” fondamentali su cui andare ad agire per trasformare le performance del nostro account di inserzioni!
UNHCR è uno dei clienti con cui siamo più orgogliosi di collaborare: per l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati abbiamo sviluppato nel corso del 2017 siti grafiche, banner e newsletter volti a generare traffico, aumentare l’awareness nei confronti dei programmi di UNHCR e, soprattutto, aumentare le donazioni ricevute.
Il sito della giornata mondiale del rifugiato è un progetto che riassume bene ciò che abbiamo fatto, e stiamo facendo, assieme all’Alto commissariato.
Per questo siamo felicissimi di annunciare che UNHCR ha scelto Noiza come fornitore anche per il 2018
Facebook Mastery è l’evento più importante in Italia per l’advertising su Facebook. E ovviamente non potevamo mancare!
Di cosa parleremo venerdì 6 marzo al Fbmastery di Padova?
Della novità assoluta di Facebook: i multi-product ads.
Annunciati alla fine di giugno dello scorso anno, ma introdotti a inizio febbraio del 2015, i multi product ads sono una nuova tipologia di inserzione che prevede dai 3 ai 5 (attenzione, anche 10 tramite API di Facebook) link scrollabili orizzontalmente.
Perché dovrei utilizzare i multi product ads?
In primis perché aprono nuovi scenari strategici per chi vende prodotti, trovando una prima soluzione al problema “come metto in promozione un catalogo prodotti su Facebook?”.
In secondo luogo perché, coi primi dati alla mano, i tassi di successo sono spaventosi:
– CTR Medio +42%
– Cost per Conversion Medio -45%
Come faccio a usare i multi product ads?
Li trovi disponibili su Power Editor!
Ma se vuoi una guida completa è meglio seguire l’intervento del nostro Enrico Marchetto a FBMastery.
Se ci avessero chiesto un mese fa se una pagina Facebook con 25.000 fan potesse guadagnarne 15.000 in un mese in maniera puramente organica (cioè senza spendere un euro di inserzioni) in un mese, avremmo sicuramente risposto di no.
La campagna per le votazioni di Musicultura 2014però ci ha fatto cambiare idea, sorprendendoci con un risultato al di là anche delle nostre aspettative.
Abbiamo realizzato una Facebook App che ha permesso ai fan di Musicultura di ascoltare le proposte dei 16 cantanti in gara e votare per quelli preferiti. Le due vincitrici decretate dal popolo di Facebook avranno la possibilità di esibirsi sul prestigioso palco dello Sferisterio di Macerata insieme ai big durante le serate finali del Festival.
I cantanti in gara e i fan hanno promosso la votazione condividendo con fan e amici l’invito al voto, generando un effetto viralità che ha portato a generare un enorme incremento della fan base di Musicultura e un alto tasso di partecipazione e engagement da parte dei fan.
Questo spettacolare risultato è figlio della proficua collaborazione che dura da anni tra noi di Noiza e il più importante festival della canzone d’autore italiana.
L’equazione è semplice: conoscenza del proprio pubblico + conoscenza delle dinamiche social + pianificazione = risultati.
Ronaldo è rimasto nei cuori dei tifosi italiani da quando, ventenne, sbarcò per la prima volta a Milano. I suoi dribbling, i suoi gol, il suo sorriso, sono rimasti nella storia del calcio italiano e mondiale.
Oggi Il fenomeno è il nuovo testimonial di PokerStars.it, e Noiza ha curato la campagna social relativa al suo ingaggio e al suo ritorno in Italia in occasione della tappa di Sanremo dell’Italian Poker Tour.
Con “Sfida Ronaldo” abbiamo realizzato la Facebook App che è stata la piattaforma per il social contest organizzato assieme a PokerStars.it, nato con l’obiettivo di trovare tra i fan della pagina Facebook di PokerStars.it un fenomeno da tavolo verde che potesse sfidare Ronaldo in occasione del suo approdo in Italia.
Il campo della sfida sono stati i chip trick, ovverosia i “giochi di prestigio” con le chips che i professionisti del poker eseguono al tavolo da gioco tra una mano e l’altra. L’obiettivo del contest è stato trovare il giocatore capace di realizzare il chip trick più fenomenale tra i 90.000 fan di PokerStars.
La Facebook app che abbiamo realizzato, disponibile al link qui sotto, ha permesso ai fan di visionare i video in gara, votare quelli più meritevoli, e caricare le proprie candidature.
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