Formati vincenti su Meta per obiettivo di campagna (e le metriche per misurarli)
Non conta solo cosa dici, ma come lo dici. Nel digital marketing è diventata una verità sacrosanta, quasi un mantra.
Se un tempo la sfida di ogni content creator era trovare l’argomento giusto e un taglio originale per trattarlo (e diciamocelo, lo è ancora!), oggi il campo di gioco si è decisamente allargato. La vera partita si gioca su una decisione che precede quasi tutto il resto: quale formato di contenuto sarà il più efficace e coinvolgente? È qui che la strategia di ogni creator prende forma.
Ti occupi di content creation e cerchi il formato Meta vincente? Non saltare questi consigli. Ti svelerò quali formati performano meglio per ogni obiettivo e le metriche chiave per misurarne il successo.
Nessuna formula magica: solo un approccio metodico con cui affrontare le tue prossime scelte!
Scegliere il formato giusto su Meta
Scegliere il formato giusto è una delle mosse determinanti quando si decidono post organici e ads di una campagna. Alla fine, sono le nostre creatività – e quindi i formati che usiamo – a decretare se un contenuto (organico o paid che sia) spacca e, quindi, se la nostra campagna funziona.
Pensiamoci:
- creatività efficace → campagna con buone prestazioni = cliente soddisfatto e agenzia felice!
- creatività poco performante → campagna che non raggiunge i risultati attesi = continue call con il cliente non soddisfatto
Nei prossimi paragrafi analizzeremo obiettivo per obiettivo quali sono i formati più performanti e le metriche da considerare per monitorare le performance.
1. Come massimizzare la Brand Awareness
La prima fase del funnel – o di quel che ancora ne resta – è la conoscenza del brand. Farsi notare è forse lo step più difficile. Vuol dire catturare l’attenzione del cliente, triggerarlo, essere catchy! In breve, non farlo scrollare oltre il tuo contenuto. Il segreto per riuscirci? Incuriosire!
Quali sono i formati campioni di visibilità? Senza dubbio due.
Reels
Perché funzionano? Brevi, intuitivi e gli utenti li amano. Chi non preferirebbe guardare una spiegazione video piuttosto che leggere un lungo copy sotto un post?
Inoltre, i Reel pubblicati su Instagram sono visibili sia ai follower sia ai non follower e l’algoritmo può influenzare la visibilità dei Reel – se lo ritiene adatto e performante – distribuendo il video a target più rilevanti o a un pubblico più ampio.
E ultimo ma non ultimo, i Reel hanno la capacità di catturare l’attenzione rapidamente, soprattutto se hanno un buon gancio iniziale! 😉
Il mio consiglio: punta su contenuti autentici, trend del momento e rivisitali con originalità. E non dimenticare di concentrare il main concept nei primi secondi – sono quelli a più alto impatto!
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Foto, immagini statiche, infografiche
Perché funzionano (soprattutto quando accompagnate da un contenuto emozionale)? Diciamocelo, l’impatto visivo è immediato. Il più delle volte una semplice grafica statica funziona più di mille caroselli, Reel o di qualsiasi trend.
L’importante è emozionare, far immedesimare lo spettatore, e soprattutto, convincerlo che la grafica è bella e il post vale la pena di essere letto.
Il mio consiglio: utilizza i colori del brand, font leggibili, un messaggio chiaro e infografiche sintetiche e visivamente accattivanti.
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Metriche da monitorare per la Brand Awareness
Confronta i risultati dei vari formati utilizzati (un buon media-mix è fondamentale, soprattutto all’inizio!) a seconda di queste metriche: ti faranno capire quali formati sono i migliori per obiettivi di awareness nel tuo account pubblicitario.
- Copertura: indica il numero di utenti unici raggiunti con il nostro contenuto (ad o post organico).
- Impression: il numero di volte che il nostro contenuto è stato visto dagli utenti.
- Frequenza: il rapporto tra impression e copertura si chiama frequenza, ovvero il numero di volte in cui gli utenti hanno visto in media l’annuncio. Alle volte, è indicatore dell’effetto “logorio”, quindi monitorala: se il CTR cala all’aumentare della frequenza, imposta un limite o rinnova le creatività. Ti consiglio di non limitarti ai numeri assoluti, ma di considerare anche la crescita percentuale nel tempo.
- Thruplay o Visualizzazioni Video di 15 secondi: parlando ovviamente di video, questa metrica ci dice molto sulla qualità dell’attenzione. Infatti, indica il numero di visualizzazioni video totali (se l’utente lo ha visto dall’inizio alla fine) o di almeno 15 secondi che il nostro video ha ottenuto.
2. Come generare ingaggio sui contenuti
Ora che abbiamo l’attenzione del nostro target, come dobbiamo muoverci? Costruiamo relazioni, dialogo e una fedele community, pilastri vitali per la fedeltà al brand. In poche parole, ingaggiamo!
Quali sono i formati che scatenano l’interazione?
Domande, sondaggi, quiz
Perché funzionano? Costituiscono una bassa barriera all’interazione, stimolano la curiosità e la partecipazione attiva, sia se utilizzati nelle Stories sia in classici post.
Il mio consiglio: rendi le domande pertinenti agli interessi del tuo target o ai tuoi prodotti e/o servizi, stimola la risposta, la condivisione, la menzione tramite CTA ingaggianti. Soprattutto, usa emoji e grafiche per renderli più invitanti.
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Carosello
Perché funziona? Forte incentivo all’azione, il carosello è record di incassi di reazioni, commenti, condivisioni, nonché menzioni.
Quando si parla di click sul post, i caroselli sono maestri. E tutto ha inizio con quel gesto quasi istintivo del nostro dito, che sembra quasi programmato per far scorrere quelle slide, una dopo l’altra, fino all’ultima.
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Contenuti creati dall’utente: User Generated Content (UGC)
Perché funziona? Questi contenuti digitali prodotti spontaneamente e in prima persona dagli utenti – recensioni, foto o post sui social – sono trasversali sulle piattaforme social e parlano del brand o del suo prodotto in modo autentico.
Ottima risorsa per il marketing, gli UGC sono abilissimi nell’aumentare la social proof, la credibilità e la fiducia nei confronti del brand.
Il mio consiglio: coinvolgi attivamente la tua community. Lancia hashtag specifici, crea challenge o semplicemente incoraggia la condivisione di esperienze legate al tuo brand. In questo senso, sono molto utili gli sticker da inserire nelle stories.
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Metriche Chiave per misurare l’Engagement
- Likes, commenti, condivisioni, salvataggi: sono le metriche di maggior valore per molte aziende e quelle che si guardano per prime perché riassuntive di qual è il sentiment percepito dal pubblico. Ovviamente bisogna analizzare la qualità di questi commenti – soprattutto se sono positivi o negativi. Molto spesso è dai commenti che ricaviamo le migliori idee per i prossimi contenuti!
- Engagement Rate (ER): sempre molto richiesto dal cliente, è la metrica regina. Indica in che percentuale gli utenti che hanno visto il post hanno anche interagito con lo stesso. Come calcolarlo? Numero di interazioni/impression o copertura.
- Risposte agli sticker (nelle Stories): utilissimi per misurare l’efficacia degli elementi interattivi e la propensione del target all’interazione.
- Click sul post o al link: questo secondo caso, solo se l’engagement è volto a un approfondimento.
3. Come trasformare gli utenti in lead e clienti
Il momento della verità: convertire l’interesse in un’azione concreta di valore per il business, che sia un acquisto, un’iscrizione o il rilascio di un contatto.
Quali sono infine i formati che convertono di più?
Annunci dinamici di prodotto
Perché funzionano? Mostrano automaticamente i prodotti più rilevanti dal tuo catalogo a persone che hanno espresso interesse per questi – o per prodotti simili.
Possono apparire come un singolo prodotto o, molto più comunemente, come un carosello dinamico, dove l’utente può scorrere diversi prodotti personalizzati.
Sono un utilissimo strumento di retargeting: se un utente ha visitato la pagina di un prodotto specifico o ha aggiunto articoli al carrello, gli verranno mostrati esattamente questi articoli (o altri correlati).

Collection (o Raccolte)
Perché funzionano? Le collection sono un formato più immersivo, una vera e propria vetrina mobile-first ottimizzata per un’esperienza fluida e veloce, dove l’utente può esplorare più prodotti rilevanti senza lasciare Facebook o Instagram.
Tipicamente la collection è formata da un’immagine o un video di copertina e, sotto di essa, da una griglia di 3-4 prodotti presi dal catalogo dinamico. Quando un utente clicca sull’annuncio, si apre un’esperienza a schermo intero (Instant Experience, ex Canvas) che può somigliare a una landing page o a una vetrina, con più prodotti da sfogliare presi dal set di riferimento.
Il mio consiglio: meglio utilizzare questi formati se hai un e-commerce con un catalogo di medie-grandi dimensioni, soprattutto su un pubblico di retargeting per il recupero carrelli abbandonati, per fare upselling o cross-selling (ma funzionano molto bene anche in prospecting!).

Metriche di conversione da non perdere
- Numero di conversioni totali: lead, vendite o iscrizioni alla newsletter che siano, sono la metrica principale.
- Tasso di conversione (Conversion Rate): percentuale di utenti che hanno compiuto la conversione desiderata dopo aver visto e/o interagito con il post.
- Costo per acquisizione o per lead (CPA/CPL): il costo per ottenere una singola conversione (acquisto / lead), ottenuto dividendo la spesa sostenuta per il numero di conversioni.
- Return On Ad Spend (ROAS): cruciale per le campagne e-commerce, misura il ritorno economico rispetto alla spesa pubblicitaria.
Conclusioni
Ora che hai finalmente una mappa chiara e precisa per navigare nel mondo dei formati social è arrivato il momento di provare a sperimentare, analizzare e trovare la combinazione vincente per i tuoi obiettivi. Non avere paura di mettere in pratica la tua strategia di formati e ricordati sempre di allineare formato-obiettivo-metrica, prima di prendere qualsiasi decisione.
Per il resto, sbizzarrisciti, tenta, sbaglia all’inizio e impara alla fine! E ricorda: ogni tentativo ti porterà a migliorare nelle tue scelte, anche quelle più banali, ma sicuramente decisive per la buona riuscita di ogni tua strategia.
Ulteriori riferimenti
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