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Meta Andromeda: cosa cambia davvero?

Andrea Trevisan

11 Dicembre 2025

Se dovessimo stilare una classifica delle parole più usate negli ultimi mesi da noi advertiser, troveremmo sul podio sicuramente “Andromeda”.

Andromeda è la più importante evoluzione dell’algoritmo pubblicitario degli ultimi anni. Non è un aggiornamento come gli altri: è un cambio strutturale nel modo in cui Meta decide a chi mostrare i tuoi annunci.

Come tutte le novità, anche questa non è esente dalle critiche. Mentre c’è chi la vede come l’inizio dell’era AI della piattaforma (nonostante in realtà venga utilizzata già da parecchio tempo), altri vedono questa mossa del colosso di Zuckerberg come l’ennesimo passo verso la perdita del controllo sulle proprie campagne.

In questo articolo analizziamo cosa cambia davvero, quali implicazioni pratiche ha sulle performance e quali aspetti critici non emergono dalle comunicazioni ufficiali di Meta.

Se ti serve una panoramica generale del mondo Meta Ads prima di entrare nel dettaglio, puoi leggere la nostra guida all’advertising su Facebook e Instagram.

Che cos’è Meta Andromeda e perché è importante?

Andromeda è una nuova infrastruttura di delivery basata su modelli di AI avanzata. Il suo scopo è analizzare con maggior precisione segnali comportamentali e contestuali, ridurre la dipendenza da targeting manuali e ottimizzare la distribuzione degli annunci in modo più autonomo.

Questo si traduce in:

  • più automazione
  • meno dipendenza dal targeting manuale
  • maggior centralità delle creatività
  • risultati più rapidi… ma anche più volatili!

Questo approccio cambia radicalmente il ruolo del digital advertiser, che deve spostarsi da un lavoro di “micromanagement” a una supervisione strategica del sistema.

Cosa cambia nella delivery degli annunci?

Possiamo individuare 3 cambiamenti principali che Andromeda introduce nel sistema di delivery della piattaforma.

1. Il targeting manuale è meno rilevante

Interessi, lookalike e segmentazioni complesse non hanno più il peso che avevano in passato: se entrano in conflitto con i segnali comportamentali l’algoritmo li ignora. Per questo motivo nelle campagne moderne il pubblico broad (“Advantage+”) è spesso la scelta più efficace.

È un cambiamento che ha reso meno efficaci le strutture molto segmentate e più vantaggiosa una configurazione più aperta, in cui si lascia alla piattaforma la possibilità di individuare le persone più predisposte all’azione. È il motivo per cui la scelta di un pubblico broad o Advantage+ offre oggi risultati più consistenti: permette all’algoritmo di esplorare liberamente e intercettare utenti che, con un targeting tradizionale, sarebbero rimasti fuori pur mostrando un potenziale elevato.

Screenshot dell'interfaccia Meta Ads che evidenzia la funzione 'Suggest an audience' nelle impostazioni del pubblico Advantage+.
Quando andiamo ad impostare il targeting a livello di adset, Meta ci avvisa che questo verrà trattato come un suggerimento.

Quando andiamo ad impostare il targeting a livello di adset, Meta ci avvisa che questo verrà trattato come un suggerimento.

2. Le creatività diventano il vero driver di performance

Ogni formato creativo quindi (statico, video, dinamico) diventa un segnale che l’algoritmo usa per individuare il target ideale.

Non si parte più da un pubblico definito per poi scegliere quali creatività mostrare: è quasi l’opposto. L’algoritmo osserva le reazioni alle creatività e, attraverso queste, identifica i cluster di persone che potrebbero rispondere meglio.

La creatività, in sostanza, è ciò che attiva il meccanismo di selezione dell’audience all’interno di un ad set ampio o completamente broad (Advantage+).

Abbiamo quindi un nuovo mantra: “La creatività è il nuovo targeting”.

3. L’apprendimento è più veloce e più drastico

Andromeda prende decisioni rapidamente: individua 1 o 2 creatività preferite e concentra lì la maggior parte del budget.

Questo fenomeno, chiamato budget hogging, non sempre indica la creatività “migliore”: spesso è semplicemente la più stabile nel breve.

Questo meccanismo può essere interpretato erroneamente come una forma di giudizio definitivo sulla “migliore” creatività. In realtà indica semplicemente che, in quel momento, il sistema ha trovato un punto di equilibrio e preferisce restarvi finché non raccoglie abbastanza dati per espandere nuovamente l’esplorazione. La scelta non è basata su un confronto qualitativo approfondito tra le varie ads, ma su una necessità di stabilità a corto termine.

Il principio chiave è che il sistema decide velocemente, ma va interpretato con calma. Le prime preferenze dell’algoritmo non vanno considerate conclusioni definitive, ma punti di partenza: possono cambiare, evolvere e ribaltarsi quando l’esplorazione si amplia.

Per approfondire quali asset funzionano generalmente meglio per ogni tipo di campagna, trovi un’analisi dettagliata nel nostro articolo sui formati vincenti su Meta per obiettivo di campagna.

Come adattare la tua strategia ad Andromeda

Per ottenere risultati costanti con il nuovo algoritmo, servono tre cambiamenti fondamentali nel modo in cui tu (sì, proprio tu) fai advertising su Meta.

1. Semplifica la struttura delle campagne

Un numero minore di campagne si traduce in una fase di apprendimento più rapida, quindi la struttura da adottare, secondo le ultime best practice di piattaforma, è:

  • 1 campagna per obiettivo
  • 1 ad set broad
  • 5–10 creatività diverse all’interno
  • refresh creativo ogni 2–3 settimane

2. Aumenta la varietà creativa

Non basta “cambiare il visual”: serve diversità reale in termini di tono, formato, messaggio e stile. Sfrutta tutto ciò che la piattaforma ti offre, come ad esempio la possibilità di impostare più varianti di copy, headline e description all’interno della tua inserzione.

Questo sistema è fondamentale quando vogliamo testare numerosi trigger point, ovvero delle leve di comunicazione che attivino l’attenzione (trigger) dell’utente e lo stimolino ad eseguire un’azione che noi gli chiediamo di fare tramite le nostre inserzioni. Possiamo usare dei pain point (“stanco di pagare costi esorbitanti per…”) o delle classiche leve di urgency (“solo fino al…”) e lasciare all’algoritmo la distribuzione di questi diversi trigger.

Schermata di creazione inserzione su Meta Ads che mostra l'inserimento di varianti multiple per il testo principale e i titoli.
Meta permette di personalizzare ciascuna inserzione con 5 diversi copy, titoli e descrizioni. Si occuperà poi l’algoritmo di distribuire nella combinazione migliore per il target.

Meta permette di personalizzare ciascuna inserzione con 5 diversi copy, titoli e descrizioni. Si occuperà poi l’algoritmo di distribuire nella combinazione migliore per il target.

3. Misura ciò che conta davvero

Con Andromeda, le metriche giornaliere perdono senso. Meglio osservare:

  • stabilità settimanale delle conversioni
  • rapporto costo/risultati
  • durata di vita delle creatività
  • distribuzione del budget per ad set

Con questo monitoraggio eviti decisioni impulsive e guidi l’algoritmo verso performance migliori.

In conclusione, Andromeda è “il male”?

Meta Andromeda non è un nemico da temere né una soluzione magica. È un nuovo modo di interpretare il digital advertising, più automatizzato e più basato sulle creatività.

Chi saprà adattarsi, semplificando le strutture, aumentando la qualità degli asset e ricalibrando l’analisi delle performance, potrà ottenere risultati anche migliori rispetto al passato. Chi invece continuerà a inseguire un controllo manuale che il sistema non considera più, rischia di rallentare.

L’unica costante del nuovo advertising è l’evoluzione: Andromeda ne è la prova più evidente.

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